Come lo Yoga migliora la vita

Lo Yoga è una disciplina orientale teorica e pratica che, nonostante sia antichissima e sorta dalla tradizione indù, ha un valore e un carattere universale, ed è per questo che può considerarsi ancora attuale e praticabile in ogni epoca e in paesi e culture differenti. Molti pensano allo yoga come ad una disciplina avente un carattere esclusivamente trascendentale, mistico, i cui effetti e le cui finalità sono assolutamente svincolati dalla vita quotidiana, reale, dall’esistenza concreta in tutti i suoi aspetti, ma piuttosto inerenti alla sfera dello spirito. È vero che lo yoga ha una connotazione anche spirituale, ma non solo. Si tratta di un sistema talmente completo e ricco da comprendere e coinvolgere, nella sua applicazione, tutti i livelli costitutivi dell’essere e, di conseguenza, tutti gli aspetti relativi all’esistenza nella sua totalità.Lo yoga non è dunque staccato dalla realtà, non è necessariamente una pratica ascetica , ma è soprattutto un’esperienza, un’esperienza che si trasforma in un’attitudine interiore, in un modo d’essere che trasforma positivamente la qualità della vita. In quanto tale, lo yoga è dunque ancorato all’esistenza nella sua totalità, e gli effetti che produce sono visibili e riscontrabili empiricamente nella vita di ogni giorno, nelle attività che quotidianamente ci apprestiamo a svolgere, nei rapporti che intrecciamo con gli altri etc.

Abbiamo detto che lo yoga coinvolge tutti i piani costitutivi dell’essere umano e quindi dell’esistenza, e poiché yoga significa unione, fusione, comunione, tali livelli vengono riportati alla loro originaria unità. L’essere umano ritorna ad essere un nucleo completo e perfetto, in cui ogni elemento, ogni parte inerente alla sua natura, essendo interconnessa con le altre, va a costituire un insieme assolutamente inscindibile, armonioso ed equilibrato. Di conseguenza, l’individuo percepisce se stesso come un’unità, un tutto, e allo stesso tempo si sente parte integrante della realtà che lo circonda e in sintonia con tutti gli esseri con cui interagisce.

Il primo livello su cui lo yoga agisce è quello psicofisico. E qui mi riferisco soprattutto all’HATHA YOGA, cioè lo yoga delle posture e delle tecniche di controllo della respirazione. In questo caso si corregge la postura, il corpo si armonizza, diventa sano e forte, acquista maggiore elasticità, vitalità, si amplificano l’energia, il dinamismo, di conseguenza aumenta l’efficienza nelle azioni, che si riflette, ovviamente, in tutti gli ambiti in cui operiamo (famiglia, società, lavoro). Un corpo sano e vigoroso aumenta il nostro rendimento in tutto ciò che intraprendiamo, perché ci rende più resistenti, più produttivi, più vitali e pieni di iniziativa.
Esistono appunto posture e tecniche specifiche che amplificano l’energia vitale e il dinamismo, altre che aiutano ad eliminare la stanchezza, la pigrizia, lo stato d’inerzia (tutte problematiche che si manifestano nella vita di tutti i giorni e che possono essere superate attraverso la pratica).

Dal punto di vista psichico, sempre grazie a tecniche specifiche, lo yoga aiuta a vincere lo stress, a sciogliere le tensioni, le ansie che il ritmo frenetico della vita quotidiana impone ed alimenta continuamente ed inesorabilmente. Amplifica la fiducia in se stessi, la forza interiore, permette di superare i propri limiti, le paure, le incertezze, quindi di affrontare i problemi quotidiani e gli ostacoli con ottimismo, slancio e determinazione.
A questo proposito lo yoga fornisce numerose tecniche di rilassamento che permettono non solo di distendersi fisicamente e mentalmente in modo profondo, e quindi di superare gli stati generali di stress e di agitazione, ma anche di recuperare le energie consumate durante le varie attività giornaliere e di rigenerarsi sul piano psicofisico.

L’altro livello su cui lo yoga agisce è quello relativo alla sfera mentale. (posture, tecniche di concentrazione e meditazioni). Sappiamo tutti che quella mentale è una sfera complessa e per molti versi ancora sconosciuta, inesplorata, ma attraverso questa disciplina è possibile risvegliare l’intero potenziale mentale latente, quindi amplificare l’intelligenza, la memoria, la lucidità, e aumentare l’attenzione e la capacità di concentrazione. Ne consegue un maggiore autocontrollo, più efficienza mentale, lo sviluppo delle capacità cognitive, dunque la possibilità di penetrare più a fondo e con più acutezza nelle cose. Questo aspetto procura innumerevoli vantaggi e benefici specialmente nell’ambito della sfera lavorativa, soprattutto se si svolge un lavoro in cui vengono impiegate le risorse intellettive.

Diciamo che l’attenzione è un elemento molto importante nella pratica yoga e nessuno può negare che lo sia anche nella quotidianità. E’ importante poiché non aiuta soltanto a rimanere concentrati e focalizzati su un determinato oggetto, garantendo il buon esito dell’azione che per esempio stiamo compiendo, ma anche e soprattutto a sviluppare la presa di coscienza su noi stessi e sulle cose, quindi risveglia uno stato di consapevolezza costante che conduce ad un livello superiore di coscienza e ad una visione più sublime, più intensa della realtà. In questo modo superiamo gli schematismi, gli automatismi, le abitudini sterili derivanti dalla ripetizione meccanica, non cosciente delle azioni.
Nel momento in cui siamo veramente attenti siamo anche concentrati su ciò che stiamo facendo e abbiamo piena coscienza del vissuto in questione, per cui la nostra mente e tutto il nostro essere sono proiettati in quella specifica azione e non frammentati a causa di mille pensieri, distrazioni etc.

L’attenzione permette principalmente di evitare le distrazioni e le dimenticanze. Spesso crediamo di avere scarsa memoria, di dimenticare le cose perché qualcosa nella nostra mente non funziona come dovrebbe. In realtà, il più delle volte, la dimenticanza deriva dalla distrazione e la distrazione dalla mancanza di attenzione.
La mancanza di attenzione ci induce ad agire meccanicamente, a guardare le cose in modo superficiale, senza osservarle realmente, a compiere azioni e gesti in modo ripetitivo, automatico, seguendo degli schemi di

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comportamento usuali, ormai acquisiti e radicati, che diventano parte di noi senza che ne siamo coscienti. La vita si riduce così ad una routine, ad una continua ripetizione meccanica di atti, gesti, atteggiamenti che risultano scontati e iniziano a perdere valore e significato.
In realtà difficilmente non ricordiamo le cose perché le abbiamo dimenticate, diciamo più che altro che non le ricordiamo perché non le abbiamo considerate con la dovuta attenzione, non abbiamo prestato loro interesse, la nostra mente non le ha registrate perché in quel momento era distratta, presa da altri pensieri. La nostra mente era altrove, era assente. Uno dei maggiori ostacoli nella vita di tutti i giorni è costituito proprio dalla mancanza di interesse, di attenzione e quindi di consapevolezza.

Attraverso lo yoga si impara ad essere presenti a se stessi in ogni momento, ad essere coscienti di ogni gesto, parola, pensiero, evento etc. Tale presa di coscienza continua implica l’apprezzamento e l’attribuzione del giusto valore a tutto ciò che ci circonda. Ogni cosa diventa una scoperta nuova, meravigliosa perché è come se si vedesse per la prima volta. Tutto viene vissuto con lo stupore e la meraviglia di un bambino. Il bambino è sempre entusiasta, felice, curioso, mai annoiato, perché guarda il mondo come qualcosa da scoprire, da esplorare, da conoscere, ed esso gli si rivela sempre come una continua sorpresa.

L’adulto in genere dà tutto per scontato, tutto è stato già visto, conosciuto, assaporato, crede di non dover scoprire più nulla, crede di sapere già tutto, vive le cose con pesantezza perché le considera già assodate, come se non avessero più nulla da offrire. Ma se si cambia la prospettiva, se si vive intensamente e coscientemente ogni istante della propria vita, tutto appare sempre nuovo, fresco, incantevole.
Vivere il momento presente come un bambino significa non essere gravati dai ricordi del passato, né avere aspettative verso il futuro. Non si è proiettati in un tempo che è già stato o che ancora non è, ma si vive il “qui ed ora” che diventa un momento che racchiude l’eternità.

La realtà esterna si arricchisce di nuovi contenuti che provengono dall’interiorità del soggetto, da un’individualità che è presente, che osserva con occhi diversi. La realtà si rivela estremamente ricca, complessa, piena di sfumature, traboccante di dettagli che normalmente non si è

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in grado di cogliere o percepire perché ci limitiamo a guardare e vivere in maniera superficiale. Normalmente, invece di penetrare la realtà, invece di assaporarla, di gustarla intensamente e profondamente, questa ci scivola addosso, le passiamo accanto senza aver vissuto davvero.

Se consideriamo ogni momento vissuto come unico e irripetibile, tutto acquista un valore superiore, sublime, elevato. Ogni istante che viviamo contiene l’intero universo. Ogni istante è diverso dall’altro, non esistono momenti uguali; in apparenza ci possono sembrare identici o simili, in realtà sono assolutamente e totalmente differenti. Se andiamo in profondità, se siamo presenti in totalità a noi stessi andremo all’essenza delle cose e apprezzeremo la bellezza ineguagliabile e infinitamente ricca della realtà che ci circonda, anche di quella che consideriamo più banale e insignificante.
Persino le azioni più semplici, più banali di tutti i giorni diventeranno piacevoli e stimolanti, perché saranno compiute con un’attitudine interiore di apertura animata da un desiderio di vivere ogni esperienza fino in fondo, di attraversarla, di penetrarla senza rimanerle estranei. Il soggetto non è più separato dall’oggetto, ma ha luogo una compenetrazione, un’unione che produce un vissuto interiore unico e irripetibile. Il fatto di vivere le esperienze profondamente grazie ad una sorta di fusione con l’oggetto implica un coinvolgimento non emotivo ma distaccato, che è inerente ad una coscienza superiore e non ad un Io egoico e limitato. Ciò significa che la realtà esperita non ci travolge negativamente minando la nostra sfera emozionale, perché colui che realizza l’esperienza non è il nostro Io inferiore ma il nostro Sé, la nostra vera essenza.

Un traguardo importante che lo yoga e le meditazioni permettono di raggiungere è appunto quello del distacco. Essere distaccati significa prendere le distanze, essere testimoni; il distacco è il sorgere di una nuova prospettiva. In questo modo i problemi (soggettivi e oggettivi) diventano lontani come se se fossero di qualcun altro, come se non ci appartenessero. Essendo distaccati tutto è più chiaro, limpido. I problemi esistono perché non c’è chiarezza per comprendere, dunque non c’è bisogno di soluzioni ma di chiarezza. Se c’è chiarezza, consapevolezza si crea la distanza e il problema può essere risolto.
La distanza in sé conferirà saggezza, farà si che i problemi svaniscano automaticamente. Se cresce la consapevolezza tutti i problemi diminuiranno; con una consapevolezza totale scompariranno.

Lo yoga, la meditazione scendono alle radici. Operano una trasformazione tale che l’insorgere dei problemi sarà impossibile. La crescita dell’essere, l’espansione della consapevolezza portano ad una caduta progressiva dei problemi. Se il livello di consapevolezza sale, cresce, i vecchi problemi scompaiono. Per esempio: dove sono finiti i problemi dell’adolescenza? Non sono stati risolti, semplicemente appartengono a un altro stadio di consapevolezza, quindi sono spariti. Lo stesso accade ogni qualvolta si accede ad un livello superiore di coscienza: le problematiche, i turbamenti, le sofferenze del passato non esistono più.
La meditazione è crescita della consapevolezza. Non si rapporta ai problemi, si rapporta esclusivamente all’essere.

La nuova attitudine che si delinea in seguito alla pratica yoga distrugge l’ego, di conseguenza permette di ottenere la conoscenza di Sé, del proprio Io autentico, non falso, illusorio, quindi di porsi in maniera spontanea, vera e genuina verso se stessi e verso gli altri esseri con cui si interagisce. Cadono le sovrastrutture, i condizionamenti radicati in noi provenienti dall’educazione, dalla cultura, dalle convenzioni sociali etc. Diventiamo liberi di esprimere noi stessi, senza limiti o remore, o paure d’ogni sorta.
In questo modo si raggiunge una condizione interiore in cui si vive in pieno accordo con la realtà circostante, in totale armonia con essa. Ogni cosa fluisce, e noi con essa, in base ad un ritmo armonioso; ci sentiamo parte del tutto poiché abbiamo superato interiormente ogni scissione, ogni separazione e raggiunto uno stato di completa integrità.

Nel momento in cui ci esprimiamo in maniera autentica cambiano automaticamente i rapporti con gli altri, perché riusciamo a penetrare anche la loro essenza e comprendere che non siamo diversi. E qui gli effetti della pratica yoga coinvolgono la sfera affettiva, dei sentimenti, delle relazioni nell’ambito della famiglia, della società, del mondo del lavoro. I rapporti interpersonali migliorano, si armonizzano, perché si superano i conflitti, le ostilità, le tendenze aggressive. L’altro non è più considerato diverso da me, un estraneo, ma un altro me stesso, con gli stessi bisogni, le stesse potenzialità, la stessa natura.

Le tecniche yoga (posture e meditazioni) conducono ad una graduale e reale trasformazione del praticante, trasformazione che non rimane circoscritta all’individuo ma si estende nell’intero contesto in cui questi è inserito.
Gli effetti dello yoga sono, come abbiamo detto, sperimentabili direttamente dal soggetto e traducibili praticamente nella vita di tutti i giorni, diventano connaturati all’esistenza.
Tutto ciò che lo yoga insegna viene assimilato dal soggetto, attraverso una pratica costante, e ne diventa parte integrante generando un nuovo modo di essere, qualitativamente superiore perché appartenente a un livello più elevato di coscienza.

Lo stato di nuova integrazione armonica del soggetto nella realtà, che lo yoga produce attraverso una serie di processi che mette in moto, e la condizione di libertà interiore che un praticante vive conducono al raggiungimento della felicità. E’ innegabile che lo scopo principale (conscio o inconscio) di ciascun individuo sia essere felice, vivere in pace e in armonia con se stesso e con gli altri. Spesso però questa felicità viene ricercata all’esterno, attraverso l’acquisizione materiale di cose, oggetti, attraverso l’attaccamento nei confronti delle persone, senza sapere che invece essa va ricercata nella propria interiorità, dentro se stessi.

La maggior parte delle persone si sente insoddisfatta ed è sempre alla ricerca di qualcosa perseguendo scopi sempre nuovi e ponendosi degli obiettivi sempre diversi. L’origine di tale mancanza va ricercata in noi stessi, nulla di esterno o di materiale potrà colmarla, nulla di concreto potrà mai riempire il vuoto interiore.
Le varie mete raggiunte e le diverse acquisizioni materiali rappresentano semplicemente dei traguardi fittizi, illusori che successivamente necessitano di essere sostituiti o abbandonati perché si rivelano inadeguati, non destinati a garantire un soddisfacimento duraturo. Ma si tratta di un processo infinito che cessa solo quando si sposta l’orientamento della ricerca dall’esteriorità all’interiorità, quando volgiamo lo sguardo dentro di noi. Questo cambiamento di rotta avviene attraverso lo yoga che permette di trascendere l’ego, radice di tutti i mali e di tutte le sofferenze, causa di tutte le agitazioni, tensioni, irrequietezze.

Lo yoga svela ad ogni essere umano che in lui è contenuto l’intero universo, che la felicità dipende da lui, che lui è capace di trasformare beneficamente la realtà esterna grazie ad una nuova attitudine positiva, consapevole, e nel momento in cui prende coscienza di questo abbraccia l’esistenza, con tutto ciò che essa comporta, in modo totale e incondizionato.