Diversi sistemi un solo obiettivo

In sanscrito, YOGA significa “unione”, “reintegrazione”, “fusione completa”. Lo yoga è una disciplina teorica e pratica, avente un substrato profondamente spirituale, nata dalla tradizione induista, che ha trovato posto in tutte le filosofie religiose indiane, sia ortodosse che eterodosse, compresi il buddhismo e il giainismo. Come prassi ascetica, lo yoga affonda le sue radici negli strati più antichi del monachesimo indiano, ma come sistema a sé stante ebbe la sua formulazione classica nello YOGA SUTRA di Patanjali.

Nel suo complesso, lo yoga comprende un insieme di sistemi, principi, e tecniche che hanno come scopo essenziale, raggiunto attraverso il perfetto equilibrio tra corpo, mente e spirito, l’unione con il Principio, la liberazione dell’anima dalle limitazioni dell’individualità fenomenica e la sua integrazione nello Spirito. Ciò comporta la realizzazione dell’essere totale, integrale che, a livello individuale avviene attraverso l’unione o ricongiungimento dei piani costitutivi dell’essere (fisico, psichico, mentale, affettivo, spirituale) e conduce alla scoperta della propria natura autentica, essenziale, divina (il Sé), mentre a livello universale avviene tramite l’unione (yoga) del Sé individuale con l’intero universo, il Macrocosmo. L’essere, prima diviso, frammentato e separato da se stesso e da ciò che lo circonda, vive ora una piena e totale fusione con il Tutto.

Esistono diversi sistemi yoga che, attraverso modalità differenti, conducono il praticante al conseguimento dello scopo ultimo (lo stato di Liberazione o moksha), in base alla propria natura individuale, alle proprie inclinazioni e orientamenti specifici.
Consideriamo dunque i principali tipi di yoga che portano a questa Realizzazione.

HATHA YOGA

E’ il sistema più noto in Occidente, ed è basato sull’equilibrio delle polarità fondamentali dell’essere, dell’energia solare (+, yang) e lunare (-, yin). Ha come scopo il controllo perfetto del corpo, della mente e delle energie vitali, garantendo un ottimo stato di salute e benessere psicofisico, forza, longevità.

Più che una filosofia o dottrina, l’HATHA YOGA è un metodo, una disciplina psicofisica, propedeutica a sistemi più complessi, che ha come fondamenti le asana e il pranayama.

Le asana sono delle posture corporali, particolarmente studiate per favorire certi scorrimenti energetici, dinamizzare e armonizzare i centri sottili di forza (chakra) all’interno del corpo, e sublimare le energie dai piani inferiori verso i piani superiori dell’essere umano.

Il pranayama (dominio del respiro) si riferisce al controllo delle forze vitali, poiché il respiro è collegato con le energie praniche. Esso da una parte armonizza l’entrata e l’uscita del prana, porta maggiore vitalità al tessuto cellulare, rafforza il fisico in modo eccezionale; dall’altra favorisce il risveglio di kundalini, aprendo così all’aspirante campi di coscienza straordinari.

BHAKTI YOGA

(In sanscrito: bhakti = devozione ardente, amore per il Divino) è lo yoga dell’amore universale, dell’abnegazione e della devozione verso il Divino. Esso si rivolge al corpo emozionale rendendolo sempre più pieno d’amore per l’Amato, fino a raggiungere l’unione totale con Lui. Lo yoga della devozione e dell’amore innalza la sua sfera al piano

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emozionale o del sentire.

Bhakti significa anche “rendere onore”, “culto” o “servizio”, quindi porsi al servizio della Divinità con totale dedizione e abnegazione. Il discepolo che sperimenta questo “approccio” al Divino espande sempre più il suo sentimento, fino a sentire realmente la Divinità in se stesso.

Il bhaktiyoga si pratica con il cuore, con il sentimento trasmutato e con la devozione ferma e totale verso Dio. Per il devoto, il Maestro, l’Istruttore o l’Amato cosmico (Dio) diventano l’oggetto di una profonda, sentita e tenace adorazione, a seconda del suo grado di coscienza.

La bhakti si divide in aparabhakti (non suprema) e parabhakti (suprema). Nella prima, il bhakta (devoto) vive uno stato in cui percepisce la divinità come qualcosa al di fuori di sé, quindi esteriormente. Nella seconda, fase più profonda, subentra lo stato di abbandono totale e incondizionato, in cui viene eliminata ogni differenza tra il bhakta e Dio.

MANTRA YOGA

Permette di entrare in risonanza, attraverso l’emissione di suoni corrispondenti a parole sacre (mantra), con determinate energie sottili del macrocosmo. I mantra sono parole e suoni sacri atti a fare acquisire e stabilizzare certi stati di coscienza. Lo scopo più elevato che il mantra può avere è quello dell’identificazione o introiezione: esso permette di stabilire l’identità dell’individuo con l’anima cosmica.

Un mantra ha due aspetti: 1) manana, ossia, ciò che è ascoltato deve penetrare nella mente; 2) trana, ossia, qualunque cosa sia penetrata nella mente vi deve essere fermamente stabilita e preservata.

La ripetizione (japa) dei mantra, che sono potenze risuonanti nello spazio infinito, crea nel praticante quel complesso tono di sensazione, che ha trovato la sua espressione nell’insieme della letteratura mistica, sia orientale che occidentale, e genera un effetto numinoso emotivo analogo agli effetti descritti in tutta la letteratura religiosa.

Il mantra è uno strumento fondamentale nella scuola buddhista del Vajrayana e nel tantrismo.

LAYA YOGA

(In sanscrito: laya = dissoluzione, fusione, assorbimento). E’ un processo di assorbimento della mente sensoriale o finita nell’infinito, è l’esperienza della molteplicità nell’Unità. E’ lo yoga della piena fusione con determinate sfere di forza infinite dell’universo, che ha luogo attraverso una particolare tecnica meditativa che si avvale dell’uso dei mantra, il cui risultato, dal punto di vista dell’efficacia e degli effetti, è notevolmente superiore alla semplice ripetizione mantrica (japa)

KARMA YOGA

(In sanscrito: karma = azione, attività, principio di causalità) ci mette in comunione con il Supremo tramite l’azione, i cui risultati o frutti sono consacrati al divino.
E’ la via dell’azione che diventa un perfetto atto di donazione, e rompe il centripeto egocentrismo che si estrinseca nel mondo del samara (ciclo perenne del divenire). Con il retto e giusto agire e con l’abbandono dei frutti dell’azione, l’individuo trascende se stesso.

Il karma yoga è il sentiero dell'”agire senza agire” o del distacco dai frutti dell’azione. Ciò implica determinarsi con un atto di pura azione senza attaccamento. Colui che agisce è consapevole del fatto che è Dio ad agire in ogni cosa, e di essere un semplice mezzo, uno strumento nelle Sue mani affinché si compia la Sua volontà.
Lo scopo di questo tipo di yoga, in cui l’azione non è mossa dalla sfera individuale, consiste nel far morire l’io empirico egoico, con i suoi contenuti di possesso e di acquisizioni, e nell’innestarsi al Principio per fini sublimi, elevati, universali. Il karma yoga è dunque un metodo che tende a farci raggiungere la Liberazione attraverso l’altruismo e le buone azioni disinteressate.
Se l’individuo comune agisce mosso dal desiderio di avere, il discepolo di questo sentiero agisce senza desiderio di ricevere, ma semplicemente per amore del Divino. Quest’ultimo viene così raggiunto attraverso l’azione priva di attaccamento: in questo modo l’io egoico è risolto, e rimane la Pura Azione, il Puro Essere, il Puro Amore.

JNANA YOGA

(In sanscrito: jnana = conoscenza) è lo yoga della fusione con le energie superiori della mente, per svegliare ed amplificare il potere di discriminazione.
Con questo sistema yoga, soprattutto attraverso la meditazione che mira a svelare il Sé o la scintilla divina presente in ogni essere umano, lo jnani (conoscitore) riesce a distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è. Si tratta di un procedimento di selezione e di sintesi, alla fine del quale la coscienza s’innalza dal particolare all’universale, dalla differenziazione all’Indifferenziato.

Lo jnana yoga è lo yoga della sapienza, che è il conseguimento della Liberazione attraverso la saggezza, la conoscenza e la comprensione, acquisite con l’esercizio della ragione, del retto pensare. In sostanza, lo yoga della conoscenza mira soprattutto a “conoscere” la Divinità.

Lo scopo dello jnani è di rimuovere l’illusione, l’ignoranza (avidya), e afferrare il Vero, la Luce rivelatrice attraverso la comprensione. Non si tratta però di un semplice esercizio intellettuale, ma di una sorta di “discernimento immediato”, “intuitivo”. Lo jnani arriva a sentire e a sapere che Dio è il suo stesso Sé, realizza che è uno con l’Eterno per intuizione spirituale e non con il semplice studio dei libri, con i dogmi e le teorie. Jnana non è la conoscenza intellettiva, non è la comprensione mentale né il riconoscimento istintivo, non è un sentimento intellettuale. E’ la realizzazione diretta della propria unità con l’Essere Supremo.

RAJA YOGA

Nel Sistema Yoga di Patanjali si trova il Raja Yoga, ovvero lo Yoga Regale o superiore del dominio mentale, dello sviluppo psichico e dello sviluppo delle forze latenti nell’uomo.
Realizzando un centro di coscienza stabile, questo sistema dà inizio ad un processo di coordinazione, integrazione, dominio, trasmutazione e trascendenza delle energie individuate incatenanti, sì da bruciare tutti gli ostacoli che impediscono la rivelazione del Sé o la liberazione dall’ignoranza.

Anche questo tipo di yoga è uno strumento di conoscenza della verità e di metodi adatti per conseguirla. Le pratiche e le azioni consentono di condurre lo spirito individuale all’unione con lo spirito universale, unione che è il fondamento dello yoga autentico.
Questo lavoro consiste in otto stadi, otto passaggi che conducono alla Liberazione totale. Essi sono:
Yama e Niyama, Asana, Pranayama, Pratyahara, Dharana, Dhyana, Samadhi.

Yama, l’autodominio, consiste in 5 astensioni applicate alle azioni, alle intenzioni e alle parole, e comprende: la non violenza, la verità, il non furto, la castità o la continenza sessuale, la non possessività.

Niyama, si riferisce all’organizzazione della vita interiore e include regole relative a una disciplina individuale che comprendono: la purificazione (interna ed esterna), la contentezza, l’austerità o il sacrificio, lo studio dei testi sacri, l’adorazione del Divino.

Asana e pranayama: rappresentano rispettivamente il dominio del corpo e delle energie vitali, e consistono nell’assunzione di determinate posture e nel controllo del respiro (vedi hatha yoga).

Prathyara: il ritiro dei sensi; è ottenuto con il controllo, da parte della volontà, dei sensi, i quali debbono essere staccati dagli oggetti abituali che li legano e trasmutati in funzioni psichiche.

Dharana: la concentrazione; è il primo atto di raccoglimento della mente sempre dispersiva e pronta a saltare da un contenuto all’altro. E’ l’effetto dell’attenzione, dove c’è attenzione c’è concentrazione.

Dhyana: la meditazione; è una concentrazione prolungata, è lo strumento mediante cui si dominano i sensi e che apre le porte al samadhi.

Samadhi: può essere chiamato coscienza universale o coscienza cosmica, ovvero coscienza mistica. E’ lo stato di unione (yoga) col Divino personale (Ishvara) e di identità col Divino impersonale (Brahman) al quale perviene lo yogi.

TANTRA YOGA

(In sanscrito: tantra = trama, dottrina, testo) Con il termine tantra si designa generalmente un insieme di Scritture, la cui essenza è costituita dal culto della Shakti (potenza, energia), intesa quale energia manifestante, rappresentata dalla Grande Madre o Dea.
Il sistema integra una gamma complessa di procedure e tecniche per la trasmutazione e la sublimazione delle energie nell’essere. E’ un sistema di “trasformazione” di ciò che è negativo in ciò che è positivo, delle energie inferiori, grossolane in forme superiori, elevate, sublimi. In modo specifico, molte tecniche e procedimenti tantrici mirano a potenziare, trasmutare e sublimare l’energia sessuale, sia nell’uomo che nella donna. Tale energia, essendo molto forte e spesso incontrollata, viene incanalata attraverso modalità specifiche e trasformata, grazie ad un processo alchemico, in energia spirituale.

Il tantra è un sistema che pone l’accento più sulla “potenza”, come mezzo e base per la realizzazione, che sulla conoscenza. Attraverso di esso l’aspirante perviene a svegliare in sé l’energia spirituale latente (kundalini).
Il tantrismo afferma l’identità assoluta di spirito e materia, di anima individuale e anima universale, che viene raggiunta unendo il principio creativo maschile, Shiva, e il principio creativo femminile, Shakti, grazie all’unione sessuale oppure a pratiche meditative. Esso si avvale tra l’altro dell’uso di mantra, formule rituali e mistiche (vedi mantra yoga), e di yantra, diagrammi mistici, rappresentazioni simboliche di energie cosmiche.

KUNDALINI YOGA

(In sanscrito: kundalini = serpente). È lo yoga del risveglio e dell’orientamento ascendente della potenza colossale, latente, che sta alla base della colonna vertebrale, al livello del centro sottile di forza Muladhara chakra. Nella tradizione induista, l’energia kundalini è raffigurata simbolicamente come un serpente addormentato, arrotolato per tre volte e mezza nella zona del coccige.

Numerose tecniche tantriche e meditative, posture e tecniche di respirazione mirano a risvegliare questa energia spirituale e a farla ascendere lungo la colonna vertebrale (sushumna), sì da attraversare tutti i centri sottili di forza (chakra) fino a raggiungere Sahasrara (“la sede di Shiva” o la trascendenza).
Ha luogo così il ricongiungimento del principio femminile (kundalini-Shakti) col principio maschile (Shiva o la trascendenza), che permette di realizzare lo Stato Androginale, l’Essere Perfetto, l’Essere Cosmico che racchiude in sé, in maniera assolutamente armoniosa ed equilibrata, caratteristiche sia maschili che femminili. In questo modo la consapevolezza dell’essere, che ha attraversato i vari stati relativi di coscienza, può realizzare lo stato supremo o assoluto:Paramashiva.

Bibliografia:

“Glossario sanscrito”, Asram Vidya, Roma, 1998
“Dizionario delle religioni orientali”, Garzanti Editore, 1993
“Enciclopedia Garzanti di filosofia”, Garzanti Editore, 1981
Alteriani Fulvio “Guida alle filosofie orientali”, De Vecchi Editore,1996
Raphael “Essenza e scopo dello Yoga”, Asram Vidya, Roma, 1993