SATYASVARA – Storia di un cammino (VI)

I mesi successivi al ritiro iniziammo a partecipare ad ogni escursione… dai laghi di Pilato al Gran Sasso… da Assisi al monte dell’Ascensione, scorrono nella mia mente le immagini di tutte queste esperienze. Quegl’incontri hanno iniziato a purificarci fisicamente e interiormente, ci hanno sgrossato e ci hanno uniti l’uno all’altro. Passo dopo passo, uscita dopo uscita, si stava cominciando a dare una forma, seppur ancora molto primitiva, a ciò che potevamo essere insieme, al bel gruppo che potevamo diventare.

Tra i ricordi più vivi sicuramente ci sono i Laghi di Pilato, che furono per me un’esperienza unica: tante ore di cammino e di salite, per arrivare infine in un luogo magico che non ci si aspetta minimamente di trovare. Di fronte a noi infatti si stagliavano due laghi naturali, situati in un circo glaciale, tra le maggiori cime del complesso dei Sibillini. Il mio sguardo si posava su quella meraviglia, restavo incredula e senza parole di fronte a tanta purezza. Si, poiché è proprio purezza e verginità ciò che si respira in quel luogo. Ulteriore conferma di quello stato incontaminato era la presenza nei laghi di una creatura di origini antichissime, un minuscolo crostaceo di colore rosso, considerato un vero e proprio fossile vivente riuscito a resistere al passare delle epoche, sopravvivendo fino ai giorni nostri. Fu Mattia, naturalmente, a mettermi a conoscenza di questo speciale abitante dei laghi; era e sarà sempre lui la nostra personale guida alla fauna selvatica! Molte cose imparai e continuo tutt’ora ad imparare grazie alle sue spiegazioni e osservazioni nella natura. Inoltre fu durante quest’escursione che cominciai a sentire veramente come ogni luogo abbia un’energia tutta sua. E stavolta non la sentivo solo in base alle emozioni che suscitava in me, ma, chiudendo gli occhi e lasciandomi andare, potevo sentire le sottili vibrazioni in cui ero immersa. Potevo sentire la densità e la forza di quelle antiche montagne e dei laghi entrarmi dentro, pervadermi dalla testa ai piedi… ed io ero incredula di fronte a tali meravigliose percezioni.

In questa escursione, come in quella successiva, accadde poi qualcosa che ci unì molto come gruppo e che rese tutto più carico di significato. Venne con noi infatti, in queste due occasioni, un signore di nome Ferdinando, che avendo dei problemi fisici, era molto in difficoltà a fare uscite del genere. Ebbene, con amore e grande spirito di gruppo Ferdinando poté arrivare con noi fino ai laghi di Pilato. Fu per lui un traguardo enorme, e ancora non sapeva che ne avrebbe superato uno ancora più grande.

Venne difatti la fine di Luglio e questa volta l’escursione si fece più importante: l’obiettivo era arrivare sulla cima del Gran Sasso, il Corno Grande. A priori, nessuno avrebbe mai creduto che un uomo come Ferdinando potesse riuscire in una prova del genere, poiché il cammino per arrivare risultava faticoso per tutti. Era iniziata come una giornata calda. Sfornita di abiti adatti e con poca esperienza mi accingevo a questa nuova avventura con i miei compagni di corso… eravamo in molti e iniziammo a procedere con passo tranquillo stando sin da subito vicini a Ferdinando. Partimmo da Campo Imperatore, quando cominciammo a salire di quota lo spettacolo che ci si stagliò davanti era da togliere il fiato; anche qui ricordo che l’energia che percepii era così densa e presente da spaventarmi. Eravamo solo noi e le rocce di questa possente montagna. Cominciò piano piano a cambiare il tempo proprio mentre la salita si faceva più impegnativa; alcune persone del gruppo tornarono indietro, ma non Ferdinando che non voleva demordere! Davanti, di fianco e dietro di lui tutti gli uomini del gruppo, il Maestro, Enrico, Paolo, Mattia e Gianmaria, erano li pronti a sostenerlo e ad aiutarlo. Dopo non so quanto tempo e con grande sacrificio e soprattutto spirito di gruppo, arrivammo in cima. Fu una soddisfazione immensa per tutti, i nostri volti erano radiosi, emanavano gioia. Capii con il tempo che esperienze del genere erano fonte di enorme crescita a livello di maturità personale e di gruppo e che ognuno ha la possibilità di dare il proprio contributo, di condividere, di aiutare… e di lasciarsi aiutare.

Fu durante quest’escursione poi che affrontai con il Maestro il tema del mangiare carne. Difatti mentre Paolo aveva preso da diverso tempo la decisione di non mangiare più animali, io ero ancora davvero molto superficiale su questo argomento, nonostante avessi sempre avuto un grande amore per questi dolcissimi esseri. Solo con il tempo e solo dopo aver preso la decisione di diventare vegetariana capii che l’amore ha diverse sfaccettature e che la profondità e la libertà con cui amavo gli animali erano ora di tutt’altro spessore. Durante quell’escursione dicevo al Maestro che nonostante amassi gli animali, la voglia di mangiare la loro carne era ancora molto presente e che non riuscivo a farne a meno. Ebbene, quattro mesi più tardi, la mia prospettiva in merito era cambiata radicalmente e non fu un fatto mentale, fu il mio sentire profondo che mi parlò e mi fece vedere e sentire come mai prima la sofferenza che un tale atto produceva e tutta l’ingiustizia che c’era dietro.

Alice

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