La forza di volontà…. racconto bello….

forza di volontàA Lavoro ho incontrato una signora anziana, non saprei dire l’età, ma di certo non mostrava gli anni che poi mi disse di avere. Abbiamo scambiato con piacere due parole, che sono rimaste impresse nella mia mente a tutt’oggi.

Appariva come un anziana ben vestita, una donna che aveva cura del suo aspetto. Di statura minuta e proporzionata. Aveva indosso un pellicciotto nero, con particolari in pelle che le conferivano un aspetto grintoso, e una gonna lunga al polpaccio, a pieghe, di quelle che non si usano più.

Mi domando spesso perché le donne di una volta non indossino mai i pantaloni, trovando comodissima la gonna. Aveva un paio di grandi occhiali da sole, come quelli indossati dalle dive anni 70. Dietro quegli occhiali mi colpì il volto. Era un viso asciutto e segnato da molte rughe, nonostante ciò, mostrava lineamenti regolari e giovanili. Le labbra erano sottili, con gli angoli della bocca all’insù, pensai che fosse una persona che sorrideva spesso, che raramente fosse imbronciata. Le mani erano giovani, curate, con unghie sane e senza smalto, dita affusolate e palmi larghi.

Esordì dicendomi: “Signorina vorrei della pizza per cena, sa, dopo la palestra ho bisogno di mangiare. Io mangio almeno 5 volte al giorno”.

Diventai curiosa e chiesi: “Signora è ammirevole che vada in palestra e che sia cosi attenta a se stessa”.

Si tolse i grandi occhiali e mostrò i suoi occhi. Due occhi vispi e luminosi, chiari, se non ricordo male, ma che fossero luminosi, lo ricordo bene.Posò la borsa su uno sgabello e, con tutta la saggezza che può avere una persona matura, mi rispose serenamente e allegramente: “La forza di volontà è tutto.” I giovani in palestra mi dicono: “Ma come fai?, alcuni non riescono a fare quello che faccio io. E nel mezzo del discorso alzò la sua gamba in uno slancio da ballerina. Aveva una caviglia sottilissima, per nulla gonfia (solitamente le donne di una certa età hanno di questi problemi) e scarpe con tacchetto. Mi fece sorridere la sua spontaneità e allo stesso tempo il pudore che dimostrò tenendo le balze della gonna per evitare che si scoprissero troppo le gambe .

Continuò: “Visto? Molti giovani mica riuscirebbero a farlo”.

La ascoltavo con piacere e le dissi: “Quante volte va in palestra signora?”.

Rispose gesticolando: “Adesso 3, ma fino a qualche anno fa, anche 5 volte”.

Io: “Cavoli, deve mangiare bene allora per essere così sportiva? Le faccio i miei complimenti, è ammirevole”.

Si schiarì la voce e iniziò un discorso lunghissimo. L’incanto che avevo nell’ascoltarla e l’atmosfera che si era creata rendevano tutto intimo. Non entrava nessuno a disturbare quel nostro spazio.Iniziò dicendomi che mangiava spesso, e che stando da sola (non ne specificò il motivo), decideva lei gli orari. Si svegliava presto (06:30 del mattino), e per colazione mangiava biscotti, latte e caffè, ma prima due cucchiai di soia per il colesterolo: “Signorina la soia fa benissimo alla mia età”.

La sua giornata era ben scandita e organizzata. Al mattino sbrigava i mestieri di casa oppure usciva per la spesa, poi andava in palestra . Il tutto a piedi, così camminava un po’. Frutta per spuntino, pranzo, riposino, merenda con ciambellone o con qualche altra cosa, purché mangiasse. Tenne a precisare che con l’avanzare dell’età era dimagrita, che la gonna che indossava era di 50 anni fa e che ora le stava larga. Quasi tutti i pomeriggi scendeva a casa dalla sua vicina per farle compagnia perché il marito non l’accudiva.

Mi guardò aggiungendo: “alla mia età è importante non essere sole, ma avere un amica da vedere tutti i giorni, perché tra amiche ci si fa forza”.

Pensai alla mia migliore amica e alla forza che si manifesta quando le donne si uniscono. Proseguì senza essere interrotta: “mangiare bene e genuino ha fatto si che da questa bocca non entrasse mai una medicina, per carità, se uno si ammala si, ma le pasticche per la pressione e per il cuore io non le conosco!!”

Si fece seria e indurì la voce. Mi raccontò della sua mamma e di quanto fosse forte per aver lavorato sempre, anche con il pancione, e che amasse così tanto lavorare, che anche 5 minuti prima di morire era in casa a sistemare le camere.

Le sue parole furono: “È morta così, appoggiata al tavolo mentre aspettava il caffè”.

A 92 anni , io sono forte come lei. Ma se a volte mi succede di non avere voglia, di voler rimanere distesa sul divano, in quei casi mi dico: “OH Gina beh? Forza!!! Tirati su!!!!”

Ribadì con fermezza: “La forza di volontà è tutto, se non hai quella è la fine. Alla mia età… Signorina ho 90 anni! Se non avessi quella, sarei vecchia. Mi ricordo di avere cosi tanti anni solo se mi guardo allo specchio.”

Rimasi ad ascoltarla in modo esterrefatto. Penso che la forza di volontà non sia un dono ma vada coltivata e cercata dentro di noi, è un energia forte che non si limita solamente alla capacità di riuscire a fare ma vada ben oltre. Vedendo Gina ho capito che la forza di volontà rende unici e conferisce profonda accettazione di se, della persona che siamo diventati a fronte delle vicissitudini della vita. Potrei definirla come la capacità di saper agire secondo i propri principi sia nelle difficoltà che nei momenti sereni. La mancanza della sua ricerca crea scompensi e debolezza d’animo. È l’anima che quando è viva ci fa essere forti, equilibrati e sani. Era una Donna vera.

Tornammo a parlare di pizze e con un tocco di frivolezza mi disse: “Questa sera prenditi una pasticca per il mal di testa, con tutto questo mio parlare ci vuole, ma sai, quando trovi qualcuno che ti ascolta è un piacere”…. sorrise.

Conservava ancora quell’attenzione per la cura di se, il rispetto per il proprio corpo e confessò che aveva deciso di cenare con delle pizze per non rovinarsi i capelli appena fatti con i vapori della cucina. Una boscaiola, due margherite, non volle la busta per non sprecare la carta, si definì: “una risparmiatrice giusta”. La accompagnai alla porta e sorridente, quasi commossa, la salutai. Mi guardò dicendo: “Che Dio ti benedica”.

Così andò via sorridente come quando era entrata. A me rimase la consapevolezza di un insegnamento ricevuto.

Solidea