La Legge Dell’Ottava

InfinitoII principio della discontinuità delle vibrazioni significa che la necessaria e ben determinata caratteristica di tutte le vibrazioni della natura, siano esse ascendenti o discendenti, è di svilupparsi in modo non uniforme, ma con periodi di accelerazione e di rallentamento.

Questo principio può essere formulato con una precisione ancora maggiore, dicendo che la forza d’impulso originale delle vibrazioni non agisce in modo uniforme, ma in un certo modo si rafforza o si indebolisce alternativamente.

La forza d’impulso agisce senza cambiare di natura e le vibrazioni si sviluppano in un modo regolare soltanto durante un certo tempo che è determinato dalla natura dell’impulso, dall’ambiente, dalle condizioni e così via. 

Ma ad un dato momento interviene un certo tipo di cambiamento: le vibrazioni cessano per così dire di obbedire all’impulso originale e, per un breve tempo, rallentano, cambiando sino ad un certo punto di natura o direzione; per esempio, le vibrazioni ascendenti ad un certo momento cominciano ad ascendere più lentamente e le vibrazioni discendenti cominciano a discendere più lentamente.

Dopo questo rallentamento temporaneo, sia nella ascesa che nella discesa, le vibrazioni riprendono il loro corso anteriore e ascendono o discendono di nuovo regolarmente sino a quando non si produce un nuovo arresto nel loro sviluppo.

A questo proposito, è significativo notare che i periodi di azione uniforme dell’inerzia acquisita non sono uguali e che i periodi di rallentamento delle vibrazioni non sono simmetrici.

L’uno è più corto, l’altro è più lungo.

Per determinare questi periodi di rallentamento, o meglio gli arresti nella salita e nella discesa delle vibrazioni, si dividono le linee di sviluppo delle vibrazioni in sezioni corrispondenti al doppio o alla metà del numerò di vibrazioni in un tempo dato.

Immaginiamo una linea di vibrazioni crescenti. Consideriamole nel momento in cui la loro frequenza è 1.000.

Dopo un certo tempo, il numero delle vibrazioni è raddoppiato, ossia raggiunge 2.000.

È stato accertato che, in questo intervallo tra un numero dato di vibrazioni e un numero due volte più grande, vi sono due punti in cui si produce un rallentamento nella progressione delle vibrazioni.

L’uno è a breve distanza dal punto di partenza, l’altro quasi alla fine.

Le leggi che determinano il rallentamento delle vibrazioni o la loro deviazione dalla direzione primitiva erano conosciute dalla scienza antica.

Queste leggi erano debitamente incorporate in una formula o diagramma che si è conservato fino ai nostri giorni.

In questa formula, era diviso in otto gradini disuguali, corrispondenti al tasso di progressione delle vibrazioni.

L’ottavo gradino è la ripetizione del primo, con un numero doppio di vibrazioni. Questo periodo, ossia la linea di sviluppo delle vibrazioni, misurato a partire da un dato numero di vibrazioni sino al momento in cui questo numero è raddoppiato, è chiamato ottava, cioè l’insieme di otto parti.

Il principio della divisione in otto intervalli disuguali del processo al termine del quale le vibrazioni sono raddoppiate, è fondato sullo studio della progressione non uniforme delle vibrazioni nell’ottava intera e i diversi gradini dell’ottava mostrano l’accelerazione e il rallentamento del suo sviluppo nei differenti momenti.

Racchiusa in questa formula, l’idea di ottava è stata trasmessa da maestro ad allievo, da una scuola ad un’altra.

In tempi molto lontani, una di queste scuole scoprì la possibilità di applicare questa formula alla musica.

È così che fu ottenuta la scala musicale di sette toni, conosciuta nella più remota antichità, poi dimenticata, e di nuovo scoperta o ‘ritrovata’.

La scala di sette toni è la formula di una legge cosmica elaborata da antiche scuole e applicata alla musica.

Se tuttavia studiamo le manifestazioni della legge di ottava nelle vibrazioni di altro genere, vedremo che le leggi sono ovunque le stesse.

La luce, il calore, le vibrazioni chimiche, magnetiche ed altre sono sottomesse alle stesse leggi delle vibrazioni sonore; per esempio lo spettro della luce è conosciuto dalla fisica; in chimica, il sistema periodico degli elementi è senza alcun dubbio strettamente legato al principio di ottava, benché questa corrispondenza non sia stata pienamente chiarita dalla scienza.

Uno studio della struttura della scala musicale offre una base eccellente per comprendere la legge cosmica d’ottava.

Prendiamo ancora una volta l’ottava ascendente, ossia l’ottava in cui la frequenza delle vibrazioni aumenta. Supponiamo che questa ottava cominci con 1000 vibrazioni al secondo.

Designiamo queste 1000 vibrazioni con la nota do.

Le vibrazioni sono crescenti, ossia la loro frequenza aumenta.

Il punto in cui la frequenza raggiunge 2000 vibrazioni sarà il secondo do, vale a dire il do dell’ottava seguente:

do —————————————————————– do

II periodo tra un do e il do seguente, ossia un’ottava, è diviso in sette parti disuguali, perché la frequenza delle vibrazioni non aumenta uniformemente.

do——-re——-mi——-fa——sol——la——si——do

II rapporto di intensità delle differenti note o della loro frequenza

di vibrazioni si stabilirà come segue:

Se attribuiamo a do valore 1, allora re ne sarà i 9/8, mi i 5/4, fa i 4/3, sol i 3/2, la i 5/3, si i 15/8 e il do superiore avrà valore 2.

La differenza nell’accelerazione delle vibrazioni, o progressione ascendente delle note, o differenza di tono sarà la seguente:

Le differenze tra le note, o le differenze di altezza delle note, sono chiamate intervalli.

Il più piccolo intervallo: 16/15, si trova tra mi e fa, e tra si e do.

Sono questi precisamente i due punti di rallentamento nell’ottava.

Nella scala musicale di sette toni, si considera teoricamente che vi siano due semitoni tra due note successive, salvo che per gli intervalli mi-fa e si-do, che hanno un solo semitono e nei quali il secondo semitono è considerato come mancante.

In questo modo, si ottengono venti note, delle quali otto fondamentali: do, re, mi, fa, sol, la, si, do, e dodici intermedie; due fra ciascuna delle coppie di note seguenti:

DO – RE RE – MI FA – SOL SOL- LA LA – SI e una tra le due coppie di note seguenti: MI-FA e SI – DO

Ma in pratica, ossia in musica, invece di dodici semitoni intermedi, se ne considerano soltanto cinque, cioè un semitono tra:

DO – RE

RE – MI

FA – SOL

SOL – LA

LA – SI

Tra mi e fa e tra si e do, il semitono manca.

In questo modo, la struttura della scala musicale da uno schema della legge cosmica degli intervalli o semitoni mancanti.

Diciamo a questo proposito che, quando si parla di ottave sia in senso ‘cosmico’ che in senso ‘meccanico’, solo gli intervalli mi-fa e si-do sono chiamati intervalli.

Se ne cogliamo tutto il significato, la legge dell’ottava ci da una nuova spiegazione della vita intera, del progresso e dello sviluppo dei fenomeni su tutti i piani dell’universo da noi osservato.

Questa legge spiega perché in natura non vi sono linee diritte, ed anche perché non possiamo né pensare, né fare, perché tutto in noi si pensa da sé, perché tutto in noi accade, e accade generalmente in modo contrario a quello che desideriamo o aspettiamo.

Tutto ciò è l’effetto chiaro e diretto degli intervalli o rallentamenti nello sviluppo delle vibrazioni.

Che cosa precisamente succede al momento del rallentamento delle vibrazioni? Avviene una deviazione dalla direzione originale.

L’ottava comincia nella direzione indicata dalla freccia:

Ma una deviazione ha luogo tra mi e fa; la linea cominciata al do cambia direzione:

e attraverso fa, sol, la e si, essa discende con un certo angolo rispetto alla sua direzione originale, indicata dalle prime tre note. Tra si e do si trova il secondo intervallo, una nuova deviazione, un altro cambiamento di direzione.

Ad ogni ottava, la deviazione è più accentuata, in modo che la linea delle ottave arriva a formare un semicerchio e procede in una direzione opposta alla direzione originaria.

Nel suo ulteriore sviluppo, la linea delle ottave, o linea di sviluppo delle vibrazioni, può ritornare alla sua direzione primitiva e quindi formare un cerchio completo.

Questa legge dimostra perché, nelle nostre attività, non c’è mai niente che vada in linea retta, perché, avendo cominciato a fare una cosa, ne facciamo poi un’altra interamente diversa, sovente l’opposto della prima, senza tuttavia notarlo e continuando a pensare di seguire sempre la stessa linea.

Fatti come questi e molti altri possono essere spiegati soltanto con la legge dell’ottava, attraverso una comprensione del ruolo e del significato degli ‘intervalli’ che obbligano costantemente la linea di sviluppo delle forze a modificare la propria direzione, a spezzarla, a curvarla, a mutarla nel ‘proprio contrario’, e così via.

Le cose vanno sempre in questo modo e noi possiamo osservare ovunque questi cambiamenti di direzione.

Dopo un certo periodo di attività energica, di emozione intensa o di comprensione giusta, una reazione interviene, il lavoro diviene noioso e trascurato, momenti di stanchezza e di indifferenza appaiono nel sentimento; invece di pensare rettamente, si cercano dei compromessi; si sopprimono o si scartano i problemi difficili.

La linea però continua a svilupparsi, ma non più nella stessa direzione dell’inizio.

Il lavoro diventa meccanico, il sentimento, sempre più debole, si abbassa al livello degli avvenimenti abituali di ogni giorno.

Il pensiero diventa dogmatico, letterale.

Tutto si svolge così per un certo tempo, poi vi è di nuovo una reazione, un arresto, una deviazione.

Lo sviluppo della forza può proseguire ancora, ma il lavoro che era stato cominciato con ardore ed entusiasmo è diventato una formalità obbligatoria ed inutile; numerosi elementi estranei sono entrati nel sentimento: considerazione, oppressione, irritazione, ostilità; il pensiero gira in cerchio, ripetendo ciò che già sapeva e ci si smarrisce sempre di più.

Lo stesso fenomeno si ripete in tutte le sfere dell’attività umana.

In letteratura, scienza, arte, filosofia, religione, nella vita individuale e soprattutto nella vita sociale e politica, possiamo osservare come la linea di sviluppo delle forze devia dalla sua direzione originale e, dopo un certo tempo, va in una direzione diametralmente opposta, sempre conservando il nome di prima.

Uno studio della storia intrapreso da questo punto di vista rende palesi i fatti più strani, ma ‘1’umanità meccanica’ non desidera notarli.

Forse gli esempi più interessanti di tali cambiamenti di direzione nella linea di sviluppo delle forze possono essere trovati nella storia delle religioni, soprattutto nella storia della religione cristiana, se la si studia imparzialmente.

Pensate quanti giri ha dovuto fare la linea di sviluppo delle forze per andare dall’amore predicato dal Vangelo fino all’Inquisizione; per andare dagli ascetici dei primi secoli, che studiavano il cristianesimo esoterico, agli scolastici, che calcolavano quanti angeli potevano stare sulla punta di un ago.

La legge dell’ottava spiega parecchi fenomeni della nostra vita, che altrimenti sarebbero incomprensibili.

Il primo è il principio della deviazione delle forze.

Il secondo, il fatto che nulla al mondo resta sempre allo stesso posto o rimane ciò che era; tutto si muove, tutto si sposta, cambia, e, inevitabilmente sale o scende, si rinforza o si indebolisce, si sviluppa o degenera, vale a dire si muove su una linea d’ottava o ascendente o discendente.

E il terzo è che nello sviluppo stesso delle ottave, ascendenti o discendenti, si verificano costantemente delle fluttuazioni, delle crescite e decrescite.

Finora abbiamo parlato soprattutto della discontinuità delle vibrazioni e della deviazione delle forze.

Ora dobbiamo afferrare chiaramente due altri principi: quello dell’inevitabilità sia della salita che della discesa in ogni linea di sviluppo delle forze, e quello delle fluttuazioni periodiche, ossia delle crescite e decrescite su ogni linea, sia ascendente che discendente.

Nulla può svilupparsi restando al medesimo livello.

La salita o la discesa sono la condizione cosmica inevitabile di ogni azione.

Noi non comprendiamo e non vediamo ciò che avviene intorno a noi e dentro di noi, sia perché non teniamo mai conto della inevitabilità della discesa quando non c’è salita, sia perché prendiamo la discesa per una salita.

Queste sono due delle cause fondamentali delle nostre illusioni su noi stessi.

Non vediamo la prima, perché pensiamo sempre che le cose possano restare a lungo sullo stesso livello; e ignoriamo la seconda, perché le salite, là dove noi le vediamo, sono in realtà impossibili, così impossibili come lo sviluppo della coscienza con dei mezzi meccanici.

Avendo imparato a distinguere le ottave ascendenti e discendenti nella vita, dobbiamo imparare a distinguere salita e discesa nelle ottave stesse.

Qualsiasi lato della nostra vita si consideri, possiamo vedere che niente può restare uguale e costante; dappertutto e in ogni cosa continua un’oscillazione simile a quella di un pendolo, ovunque e in tutte le cose le onde si sollevano e ricadono.

La nostra energia, nell’una o nell’altra direzione, aumenta all’improvviso, poi si affievolisce altrettanto rapidamente; i nostri umori ‘migliorano’ o ‘peggiorano’ senza alcuna ragione apparente; i nostri sentimenti, desideri, intenzioni, decisioni, tutto passa di volta in volta per dei periodi di ascesa o discesa, tutto si rinforza o si indebolisce.

Vi sono nell’uomo forse centinaia di pendoli in movimento.

Queste salite e queste discese, queste fluttuazioni dei nostri umori, dei nostri pensieri, sentimenti, energie, determinazioni, corrispondono sia ai periodi di sviluppo delle forze da un intervallo all’altro, sia agli intervalli stessi.

Questa legge dell’ottava, nelle sue tre manifestazioni principali, condiziona numerosi fenomeni, sia di natura psichica, sia di natura organica, ossia collegati direttamente alla nostra vita.

Dalla legge dell’ottava dipendono l’imperfezione e la ristrettezza del nostro sapere in tutti i campi senza eccezione, principalmente perché cominciamo col prendere una direzione e dopo, senza notarlo, finiamo con l’andare in un’altra.

Come abbiamo già detto, la legge dell’ottava in tutte le sue manifestazioni non era ignorata dall’antica conoscenza.

Persino la nostra divisione del tempo, ossia i giorni della settimana suddivisi in sei giorni di lavoro e una domenica, è in rapporto con le proprietà e le condizioni interiori della nostra attività, che dipendono dalla legge generale.

Il mito biblico della creazione del mondo in sei giorni e un settimo nel quale Dio si riposa dal suo lavoro, è pure un’espressione della legge dell’ottava, o una indicazione di essa, sebbene incompleta.

Le osservazioni basate su una comprensione della legge dell’ottava mostrano che le ‘vibrazioni’ possono svilupparsi in modi diversi.

Nelle ottave interrotte, esse sorgono e cadono, sono trascinate e inghiottite da vibrazioni più forti che le intersecano o che vanno in una direzione contraria.

Nelle ottave che deviano dalla direzione originale le vibrazioni cambiano di natura e danno risultati opposti a quelli che si sarebbero potuti aspettare all’inizio.

“Soltanto nelle ottave di ordine cosmico, ascendenti o discendenti, le vibrazioni si sviluppano in maniera conseguente e ordinata, mantenendo sempre la direzione presa all’inizio.

D’altra parte, l’osservazione mostra che uno sviluppo d’ottava giusto e costante, benché raro, è possibile in ogni occasione della vita, nell’attività della natura e anche nell’attività umana.

Lo sviluppo corretto di queste ottave è basato su ciò che parrebbe un accidente.

Accade talvolta che delle ottave che progrediscono parallelamente a una data ottava, intersecandola o incontrandola, colmino in qualche maniera i suoi intervalli e rendano possibile alle vibrazioni di tale ottava di evolversi liberamente e senza arresti.

L’osservazione di questo sviluppo corretto delle ottave stabilisce il fatto che, se al momento opportuno, ossia nel momento in cui l’ottava data passa per un intervallo, sopraggiunge uno ‘choc addizionale’ di forza e di carattere corrispondenti, essa si svilupperà in seguito senza ostacoli, seguendo la sua direzione originale, senza perdere né cambiare niente della sua natura.

In tali casi, vi è una differenza essenziale tra le ottave ascendenti e le discendenti.

In un’ottava ascendente, il primo ‘intervallo’ si trova tra mi e fa.

Se un’energia addizionale corrispondente entra a questo punto, l’ottava si svilupperà senza ostacoli fino a si, ma tra si e do occorre uno choc supplementare molto più forte che tra mi e fa, affinché essa si sviluppi correttamente, perché a questo punto le vibrazioni dell’ottava sono a un diapason molto più elevato ed è necessaria un’intensità maggiore per evitare un arresto nello sviluppo dell’ottava.

In un’ottava discendente, al contrario, il più grande intervallo si incontra all’inizio, subito dopo il primo do, e gli elementi che permettono di colmarlo si trovano molto sovente nel do stesso, o nelle vibrazioni laterali emesse dal do.

Per questa ragione, un’ottava discendente si sviluppa molto più facilmente di un’ottava ascendente: dopo aver passato il si, raggiunge senza ostacoli il fa; qui uno choc supplementare è necessario, anche se considerevolmente meno forte del primo choc tra do e si.(….)

Dobbiamo ora soffermarci sull’idea degli ‘choc addizionali’ che rendono possibile alle linee di forze di raggiungere lo scopo prefisso.

Come ho già detto, gli choc possono aver luogo casualmente.

Un caso è naturalmente qualche cosa di molto incerto.

Ma queste linee di sviluppo di forze che sono raddrizzate accidentalmente e che l’uomo può qualche volta vedere, o supporre, o sperare, mantengono in lui, più di ogni altra cosa, l’illusione della linea retta.

In altri termini, crediamo che le linee rette siano la regola e che le linee spezzate e interrotte siano l’eccezione.

Questo suscita in noi l’illusione che sia possibile fare; che sia possibile raggiungere un fine progettato.

In realtà un uomo non può fare nulla.

Se, per caso, la sua attività da un risultato qualsiasi, che somiglia solo in apparenza, o solo di nome, allo scopo iniziale, l’uomo afferma a sé stesso e agli altri di aver raggiunto lo scopo che si era prefisso, e sostiene che chiunque altro sarebbe capace di raggiungerlo; e gli altri gli credono.

In realtà, è un’illusione.

Un uomo può vincere alla roulette.

Ma si tratterà di un fatto accidentale.

Raggiungere uno scopo che ci si era prefissi nella vita o in qualche sfera particolare di attività è un fatto altrettanto accidentale.

La sola differenza è che alla roulette l’uomo per lo meno sa ad ogni puntata, senza sbagliarsi, se ha perso o vinto.

Ma nelle attività della vita, soprattutto in quelle di carattere sociale, quando passano anni tra l’inizio di un’azione e il suo risultato, un uomo può sbagliarsi molto facilmente e prendere il risultato ‘ottenuto’ per il risultato desiderato, cioè credere di aver vinto, quando, nell’insieme, ha perso.

Il più grande insulto per un ‘uomo-macchina’, è dirgli che non può fare nulla, che non può raggiungere nulla, che non potrà mai avvicinarsi ad uno scopo qualsiasi e che, tendendo verso uno scopo, ne farà apparire inevitabilmente un altro.

E di fatto non può essere altrimenti.

“L’uomo-macchina” è in balia dell’accidente, del caso.

Le sue attività possono essere impegnate per caso in un canale tracciato da forze cosmiche o meccaniche e possono seguirlo per caso per qualche tempo, dando l’illusione che un qualche scopo sia stato raggiunto.

Una tale corrispondenza accidentale dei risultati con gli scopi che ci eravamo proposti, o la riuscita in certe piccole cose che non possono avere alcuna conseguenza, suscita nell’uomo meccanico la convinzione che sia in suo potere raggiungere qualsiasi scopo, che egli è ‘capace di conquistare la natura’, come egli pretende, che è capace di ‘costruirsi una vita’, e così via.

In realtà, egli è, naturalmente, incapace di fare qualcosa del genere, perché non solo non ha controllo sulle cose fuori di lui, ma neppure sulle cose che sono dentro di lui. Quest’ultima idea deve essere compresa molto chiaramente e assimilata; nello stesso tempo occorre capire che il controllo delle cose esteriori comincia con il controllo delle cose dentro di noi, con il controllo di noi stessi.

Un uomo che non può controllare se stesso, ossia il corso delle cose dentro di sé, non

può controllare niente.

Con quale metodo può essere ottenuto un controllo?

La parte tecnica di questo metodo può essere spiegata dalla legge d’ottava.

Le ottave possono svilupparsi in una maniera conseguente e continua nella direzione desiderata se gli choc ‘addizionali’ intervengono al momento necessario, ossia quando si produce un rallentamento delle vibrazioni.

Se gli ‘choc addizionali’ non intervengono al momento necessario, le ottave cambiano la loro direzione.

Naturalmente, è fuori

questione sperare che gli ‘choc addizionali’ arrivino da soli, dall’esterno e al momento necessario.

Resta dunque all’uomo la scelta seguente: o trovare alle proprie attività una direzione che corrisponda alla linea meccanica degli avvenimenti del momento, in altri termini, ‘andare dove soffia il vento’, ‘nuotare con la corrente’, anche se ciò contraddice le sue intime inclinazioni, convinzioni, simpatie; oppure rassegnarsi all’idea dell’insuccesso di tutto ciò che egli intraprende.

Ma vi è un’altra soluzione: l’uomo può imparare a riconoscere i momenti degli intervalli in tutte le linee della sua attività, e a creare gli ‘choc addizionali’; in altre parole, può imparare ad applicare alle proprie attività il metodo di cui si servono le forze cosmiche nel creare degli ‘choc addizionali’ ogni volta che essi sono necessari.

La possibilità di choc addizionali artificiali, vale a dire creati appositamente, da un senso pratico allo studio della legge dell’ottava e rende questo studio obbligatorio e necessario per un uomo che voglia uscire dal ruolo di spettatore passivo di ciò che accade a lui e attorno a lui.

L’’uomo-macchina’ non può far niente.

A lui, come attorno a lui, tutto accade.

Per fare, è necessario conoscere la legge dell’ottava, conoscere i momenti degli intervalli, ed essere capaci di creare gli ‘choc addizionali’ necessari.

Ciò si può imparare soltanto in una scuola, vale a dire in una scuola organizzata su basi giuste e che segua tutte le tradizioni esoteriche.

Senza l’aiuto di una scuola, un uomo da solo non potrà mai comprendere la legge dell’ottava, il posto degli intervalli e l’ordine secondo il quale gli choc devono essere creati.

Non lo può capire, poiché certe condizioni sono indispensabili per arrivare a questa comprensione, e queste condizioni non possono essere create che in una scuola creata essa stessa su questi principi.

Per approfondire, il video della conferenza sul nostro canale Youtube: