Elementi fondamentali nel Cammino Spirituale
Spesso, quando l’essere umano arriva ad un certo punto di questo cammino spirituale, improvvisamente, a causa di alcune tentazioni egoiche ed inerziali, inizia a considerare che il cammino, così come lo percorre, sia troppo difficile, che implichi degli sforzi troppo grandi. In situazioni del genere, constatiamo che un simile essere devia, “scende ai piedi della montagna” e riparte, cercando di ascendere di nuovo ma con un’altra variante, dicendo a se stesso: “Adesso, anche senza fare nulla, riuscirò a raggiungere, tutto ad un tratto, la cima della montagna”. E così, l’aspirante riparte nuovamente; ma, ad un certo punto, a causa dello stesso demone che si manifesta ciclicamente, a metà strada si rende conto che anche adesso è difficile proseguire. Scende di nuovo e ricomincia la scalata, cosicché, nemmeno dopo 15 – 20 anni riuscirà a superare un quarto dell’altezza della montagna.
Ombra & Presenza
Con questo articolo voglio descrivere alcuni meccanismi che, sicuramente, chi desidera fare un lavoro approfondito su di sé potrà riscontrare, con sfumature diverse, durante il proprio cammino. La presenza dell’ombra, come la intendeva Jung, è un ostacolo davvero immenso per chi desidera elevare la propria coscienza, ma che nel suo mistero si potrebbe rivelare allo stesso tempo il più grande trampolino di lancio. Le nostre tendenze più infime e nascoste, i nostri pensieri più vili, talvolta perversi, sono in realtà una tappa obbligata che dobbiamo attraversare e sciogliere per poter andare veramente oltre… chi ha la grazia di realizzare questa verità non solo mentalmente, ma in senso profondo, si ritroverà in una posizione molto difficile, ma quanto mai propizia per la propria evoluzione.
L’Uomo e la natura
In occasione dell’ultimo ritiro di gennaio, dopo le condivisioni conclusive, abbiamo avuto una conversazione sul ruolo della moneta e delle pratiche che separano l’essere umano dalla Natura. Sono stato in silenzio perché nella mia testa ribollivano una quantità di informazioni e riflessioni difficili da organizzare. Avendo impiegato due anni come studente di antropologia, appassionato delle pratiche di relazione con la Natura e con le entità non-umane e dell’importanza sociale di tali pratiche, si è trattato di un momento per me molto carico emotivamente, perché felice di ritrovare in chiave spirituale, le stesse riflessioni che mi appassionavano in ambito intellettuale.
Yoga & Psicologia
Come si sposano l’aspetto spirituale dello Yoga e la psicologia? Lo Yoga ci permette di intraprendere un percorso di conoscenza consapevole di noi stessi capace di portarci verso orizzonti inimmaginabili, fino alla realizzazione del nostro Sé più profondo. Questo viaggio che lo Yoga ci dà la possibilità di compiere è senz’altro l’esperienza più totalizzante ed entusiasmante, in quanto per essere portata a compimento necessita di un coinvolgimento totale di noi stessi, compresi quegli aspetti di noi che non potevamo nemmeno immaginare di avere.
La salute nell’Hatha Yoga
L’Hatha yoga viene generalmente inteso come un sistema di pratiche che portano l’equilibrio tra il sole e la luna del micro-cosmo umano, tra le energie solari e lunari, maschili e femminili. Lo scopo è quello di portare in equilibrio la propria costituzione tramite le asana (posture) e una serie di esercizi che possono richiedere anche molto impegno. Questo ulteriore aspetto dell’Hatha yoga, il tapas, (austerità, zelo, impegno, ardore) porta chi lo pratica a rinforzare la volontà e il controllo del corpo tramite lo sforzo consapevole. “Colui che ha realizzato lo yoga alla perfezione…”
La donna spirituale oggi
Oggi, più che in ogni altro periodo storico, si rende necessaria una nuova definizione del concetto di femminilità. Sebbene il termine “definizione” sia poco appropriato ad introdurre l’argomento che intendiamo approfondire oggi è quello che suggerisce meglio l’idea di un’esigenza che nasce dal profondo dell’essere dalla maggior parte delle donne.
Umiltà
«La vanità ha così profonde radici nel cuore dell’uomo che un soldato, un servo di milizie, un cuoco, un facchino si vanta e pretende di avere i suoi ammiratori; e gli stessi filosofi ne vogliono. E coloro che scrivono contro la vanagloria aspirano al vanto di aver scritto bene; e coloro che li leggono, al vanto di averli letti; e io, che scrivo questo, nutro forse lo stesso desiderio; e coloro che mi leggeranno forsanche». (Pascal, Pensieri)
Israele 2023 – Diario di viaggio
Sabato 5 – Arriviamo a Gerusalemme: Era venerdì 4 agosto e ci stavamo tutti preparando alla partenza. La nostra meta ci attendeva nel cuore caldo e infuocato di Israele, in una città talmente incredibile da non potersi immaginare nemmeno con la più fervida fantasia, per l’intensità dell’energia che la avvolge, per l’intreccio di religioni coesistenti, etnie e culture diverse, da millenni riconosciuto come un insostituibile luogo sacro dalle principali religioni monoteistiche. Ci stavamo dirigendo infatti a Gerusalemme. Venerdì partirono da San Benedetto il Maestro, Immacolata, Guido e Angela con la bomboletta Diana, Mary, Mattia, Kevin e Ana. Da Bologna partirono invece Clara e Adriana, mentre Nicolò ci avrebbe raggiunti una settimana più tardi. Tutti quanti abbiamo raggiunto Roma e abbiamo passato la notte chi ad Ashram 4 da Davide e Paolo, chi da Eszter e chi a casa di Lyubov. Tutti pronti la mattina presto del sabato ci siamo ritrovati sotto Ashram 4 per partire verso l’aeroporto. Raggiunto l’aeroporto abbiamo lasciato le macchine in un parcheggio apposito, il check-in era fatto, e dopo i vari controlli siamo finalmente partiti. Il viaggio per Tel Aviv è andato tutto liscio, città dalla quale avremmo dovuto poi raggiungere Gerusalemme. La sorpresa fu infatti all’aeroporto di Tel Aviv dove ci siamo resi presto conto che, essendo arrivati di sabato, eravamo nel pieno dello Shabbat, ovvero il giorno del santo riposo per gli ebrei, e per questo mancavano completamente mezzi di trasporto pubblici. Dopo un primo momento di spaesamento in cui non sapevamo bene che fare, siamo riusciti poi a cavarcela bene prendendo un pulmino taxi che per trenta euro scarsi a persona ci avrebbe condotti finalmente a Gerusalemme. Durante i primi scambi con gli Israeliani, sia in taxi che nell’aeroporto, abbiamo per la prima volta sentito la loro lingua e il particolare accento con cui parlano l’inglese, e già durante il viaggio in taxi si percepiva l’energia particolarmente yang sia delle persone che dell’ambiente in sé… distese sconfinate di deserto e caldo estremo, la terra nuda, le pietre, e poi infine l’emergere di questa città incredibile che sapeva di potenza e di spiritualità: Gerusalemme. A Gerusalemme Mary aveva trovato un alloggio fantastico, un monastero di suore brigidine, ognuna delle quali esprimeva grande gentilezza e senso sincero di accoglienza verso di noi. Una volta sistemati nelle stanze, che erano tutte molto pulite e accoglienti, siamo usciti per la nostra prima uscita per Gerusalemme. Praticamente facendoci una passeggiatina pomeridiana avevamo già visto i posti di maggior importanza per tutto il cristianesimo. La prima tappa fu la tomba di Maria… situata all’interno di una chiesa metà ortodossa e metà armena. L’attitudine devozionale di molte diverse persone che entravano era molto diversa da quella che possiamo incontrare nelle nostre chiese… e il campo energetico in cui ci si immergeva lì dentro lo poteva confermare. Stare lì era come essere in un’altra dimensione, avvolti in una presenza di dolcezza, femminile e materna, che ti ascoltava fin dove tu non potevi nemmeno immaginare. Un attimo dopo ci trovavamo nel giardino dei Getsemani, il luogo in cui Gesù pregò il Padre Suo affinché non dovesse subire ciò a cui era stato destinato, ma sottomettendosi sempre alla volontà di Dio. “Padre mio, se questo calice non può passare da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà e non la mia” (Mt, 42). Accanto al giardino si ergeva il santuario dell’agonia di Gesù Cristo… un luogo incredibile, mistico e pieno come le profondità dell’oceano, in cui ci siamo fermati a pregare a lungo. In seguito, per non farci mancare nulla, abbiamo raggiunto la chiesa del Santo Sepolcro di Gesù, nella quale erano presenti anche il luogo della crocifissione e la pietra su cui era stato disteso dopo essere stato tolto dalla croce. Questa chiesa era gestita da tre correnti del cristianesimo, Cattolici, Ortodossi e Armeni, con un fluire costante di pellegrini e con l’intervallarsi di processioni e canti che facevano vibrare tutte le mura. E una carica tanto forte e densa da farti sentire quasi male… Attraversando il labirintico mercato di Gerusalemme abbiamo concluso la nostra giornata mangiando chili di humus e falafel in un piccolo ristorante, con una fame gigantesca godevamo di quegli splendidi sapori, mentre i canti islamici del Muezzin riempivano quella città magica in cui, senza renderci ancora davvero conto, ci trovavamo.
Lo Spirito amorevole del Natale (IX)
Il nostro Natale era anzitutto un lungo viaggio in un’automobile carichissima di valigie e sacchi neri pieni di regali. Non si sa bene come, ma noi bambini arrivavamo sempre alla macchina che era già strapiena e senza farci troppe domande, mio fratello ed io ci agitavamo negli scomodi sedili posteriori tra una coperta e un cuscino, molti libri, le lucette per leggere, un game boy carico e qualche scorta di cibo sfizioso che gestivamo con cura. Cinque minuti dopo la partenza, che puntualmente avveniva ore dopo l’orario prestabilito, eravamo già fermi dalla panettiera a prendere pane e focacce per il viaggio. Ricordo poi che le ore di macchina trascorrevano in un clima armonioso. I litigi tra noi due fratelli si facevano sempre più lievi mano a mano che crescevamo e, benché i nostri genitori avessero senz’altro le loro difficoltà, eravamo molto contenti di partire.