Lo sforzo spirituale (II)

Nell’Islâmismo lo sforzo spirituale è invece chiamato “jihad”
Questo termine è stato ultimamente uno dei più abusati e meno compresi dagli stessi musulmani. Molti di essi non resistono alla tentazione di usarlo per obiettivi politici propri, mentre molti non musulmani disinterpretano il termine per ignoranza o per screditare l’ Islâm ed i musulmani. La “jihad” non è uno strumento di guerra contro gli innocenti, né un mezzo di lotta politico-religiosa, né tanto meno l’opportunità per tiranneggiare i deboli e gli ignoranti. Il termine “jihad” è qualcosa di unico, che rivela il cuore stesso della religione islamica, e che implica il concetto di difesa del divino messaggio, dall’aggressione dei suoi nemici. La parola “jihad” per cui non significa “guerra santa”, come comunemente, ma erroneamente, si crede, significa, piuttosto “sforzo”, e più di preciso sforzo interiore, lotta per raggiungere un determinato obiettivo, di norma spirituale; la “jihad” è anzitutto lo sforzo spirituale che ci eleva ad una maggiore umanità davanti a Dio.

Fratellanza (I)

“Alcuni anni fa di colpo mi sono accorta che volevo capire, che avevo il bisogno di cambiare, cercavo qualcuno con cui parlare e non so come sono finita in una “palestra” dove ho trovato un uomo……… e qui sto trovando………”
Definizione di FRATELLANZA: Legame naturale; vincolo affettivo tra fratelli: rapporto, sentimento di fratellanza; sentimento di affetto e solidarietà che lega più persone tra loro come fratelli; comunanza di ideali e di intenti: la fratellanza tra i popoli.

Lo sforzo spirituale (I)

Oggi voglio tornare a parlare dello sforzo spirituale, già specificatamente trattato sulle nostre dispense del corso di Yoga. Da queste dispense ho tratto solo alcune parti del materiale di questa conferenza, integrandolo con altro materiale preso da fonti delle più disparate culture e religioni. Infatti in tutte le tradizioni spirituali, anche se con nomi diversi, lo sforzo spirituale è la pratica fondamentale che ogni aspirante compie nel proprio lavoro interiore.
Questa è un ulteriore conferma che lo sforzo spirituale è alla base di tutte le forme di evoluzione dell’anima individuale nel ricongiungimento con l’anima universale di Dio. Ci sono dei casi, nella storia della spiritualità, in cui questa evoluzione, che nel corso della conferenza chiameremo illuminazione, risveglio o liberazione, sembrerebbe essere avvenuta in modo immediato ed inaspettato, senza uno sforzo alla fonte, per esempio la folgorazione di Paolo di Tarso sulla via di Damasco.

Gelosia ed evoluzione spirituale (IV)

In questo periodo della mia vita sto affrontando una situazione per me difficile e dolorosa che mi porta a guardare con più sincerità in me stessa e a scoprire quali siano le cause più profonde di questa sofferenza. Fino a questo momento avevo sempre voluto evitare di vedere le cose per quelle che sono vivendo la gelosia e le emozioni ad essa collegate, in maniera sotterranea ed inconsapevole.

Gelosia ed evoluzione spirituale (III)

“Come geloso, io soffro quattro volte: perché sono geloso, perché mi rimprovero di esserlo, perché temo che la mia gelosia finisca col ferire l’altro, perché mi lascio soggiogare da una banalità: soffro di essere escluso, di essere aggressivo, di essere pazzo e di essere come tutti gli altri”. (Roland Barthes “Frammenti di un discorso amoroso”)

Introduzione allo YOGA

“Lo Yoga non è un antico mito sepolto nell’oblio. È l’eredità più preziosa del presente. È il bisogno essenziale dell’oggi e la cultura del domani.” Lo yoga è la scienza del giusto vivere e, come tale, è inteso per essere incorporato nella vita quotidiana. Esso agisce su tutti gli aspetti della persona: fisico, vitale, mentale, emozionale, psichico e spirituale.
La parola yoga significa ‘unità’ o ‘unicità’ e deriva dalla parola sanscrita yuj che significa ‘unire’. Questa unità o unione viene descritta in termini spirituali come l’unione della coscienza individuale con la coscienza universale. A un livello più pratico, lo yoga è un mezzo per equilibrare ed armonizzare il corpo, la mente e le emozioni. Questo avviene attraverso la pratica di asana, pranayama, mudra, bandha, shatkarma e meditazione, e deve essere ottenuto prima che possa avvenire l’unione con la realtà suprema.

Calma interiore e controllo dell’ira

Pensavo che il solo fatto di avere ragione mi autorizzasse ad alzare la voce, ad imporre la mia giustizia. Tutto quello che era fuori dalla mia logica mi tirava fuori rabbia, paura, bisogno di difendermi, il vizio dell’ira si impadroniva di me, mi devastava. Le persone a me vicine mi temevano, e si allontanavano. Nonostante mi rendessi conto di fare del male, e mi riproponessi di cambiare le mie reazioni, non riuscivo a controllarmi, qualcosa dentro di me mi sovrastava, lasciandomi, dopo ogni sfuriata, sconfitta e prostrata.

Ego….

Tutto ciò che percepisco è il frutto di una proiezione del mio ego sul mondo esterno, vivendo di conseguenza sempre le stesse emozioni (delusione, insicurezza, spensieratezza, allegria, rabbia ecc.), e che sfociano inevitabilmente sempre nella stessa sofferenza. Anche la mia felicità è condizionata da questo, alla fine si tramuta sempre in sofferenza. Tutto questo è il condizionamento fondamentale che non mi è più possibile portare avanti. Mi priva della vera gioia e del vero amore, che è ciò che mi appartiene veramente. Con questo non voglio annullare il mio dolore, bensì il contrario, sentirlo e trasformarlo, capire da dove arriva, entrare dentro di me e fidarmi della guarigione attraverso l’auto-osservazione, senza scuse o compensazioni esterne, accompagnato dal sentimento profondo che da questa fiducia fiorirà la vera pace di Dio e l’amore incondizionato. Questa è la fine della sofferenza, a partire dal rapporto con gli altri, perché il condizionamento più grande è proprio quello.

Lo Spirito amorevole del Natale (III)

Anche quest’anno siamo entrati nel pieno dell’Avvento e il Natale è ormai alle porte, possiamo già avvertire una certa frenesia nell’aria, le persone hanno già addobbato le proprie case, le finestre, i balconi e anche i propri spazi di lavoro per renderli più caldi ed accoglienti.

La Goccia….

Una volta, tanto tempo fa, un discepolo domandò al suo maestro: “Qual’è la cosa che mi separa dalla verità?”. Il maestro gli rispose: “Tu non sei l’unico che è separato dalla verità, ce ne sono molti altri. Ti racconterò 12 storie che ti sembreranno molto semplici. Devi però meditare su di loro ancora e ancora. E anche se ti sembrerà di averle comprese, non fermarti dal meditare, finché non le comprenderai veramente. Continua a riflettere su di loro finché queste semplici storie prenderanno delle proporzioni gigantesche e fino a quando, poi, diventeranno di nuovo semplici.”