La Subordinazione a livello di Svadhisthana Chakra

La primavera e l’estate sono i periodi in cui l’energia di Svadhistana si fa sentire in maniera più intensa. Svadhisthana è il secondo Chakra, situato a livello sottile poco sopra gli organi genitali, e regola, come è facile intuire, l’energia sessuale e tutto ciò che vi è collegato. L’argomento è molto vasto, e ci sarebbero tante cose di cui discutere, ma oggi vorrei affrontare un aspetto meno conosciuto e più ostico: quello legato agli eccessi di una proliferazione emotiva e di uno stato esaltativo dovuti a una mancanza di controllo su questo centro di forza.

Non è difficile riconoscere una persona che parla in maniera “svadhisthanica”… gesticola molto, parla a voce alta, interrompe, “apre la bocca e le dà fiato”, lasciando che le parole si accavallino velocemente senza il vaglio di una adeguata riflessione, usa tante (troppe) parole quando invece si potrebbe esprimere lo stesso concetto in maniera più asciutta, lo sguardo è spesso perso, annebbiato. Nelle situazioni conviviali, quando ci si lascia andare, è facile che questo aspetto emerga senza freni. È possibile però vivere questi momenti, positivi di per sé, in maniera piacevole e leggera senza perdere la propria centratura interiore. Purtroppo, questo tipo di energia quando prende il sopravvento è uno dei più grandi ostacoli al progresso spirituale, e lo dico per esperienza. Da quanto ho scritto finora va da sé che questo tipo di attitudine è diametralmente opposta e quella che comunemente viene chiamata “presenza mentale”. È impossibile che una persona che si comporti in questa maniera sia presente; viceversa una persona presente non si abbandonerebbe quasi mai a queste esagerazioni, se non quando sono consapevolmente volute. È essenziale, quindi, coltivare e cercare di mantenere desta l’attenzione e l’ascolto interiore, anche e sopratutto quando siamo in mezzo ad altre persone, in contesti informali e più rilassati. Si potrebbe obiettare che in questo modo si perde la propria spontaneità… “è una castrazione che non ci lascia liberi di mostrare chi siamo e cosa proviamo”. A chi muove questa critica vorrei dire che in realtà, pensando di essere spontanei e liberi, si è semplicemente schiavi dei propri impulsi incontrollati. In verità si è completamente meccanici, si riceve una stimolazione esterna e si reagisce di conseguenza in base ai propri meccanismi emotivi. Dov’è la libertà, in questo caso? La bellezza del momento presente, che è una bellezza soffusa, sottile, viene nascosta dal rumore dissonante e dalle energie grossolane. Quello di cui sto scrivendo non è reprimere, ma piuttosto non lasciarsi controllare dalla propria emotività… di non essere automatici.

Con lo sbocciare della primavera e poi sempre più col progredire dell’estate diviene difficile controllare quest’energia, che naturalmente ci condurrebbe a questo tipo di comportamenti, rendendoci più superficiali ed esaltati in maniera smodata. A differenza però delle fasi depressive in cui si sta palesemente male e se ne vorrebbe uscire fuori, in questi frangenti stiamo relativamente bene, e quindi perché dovremmo cambiare qualcosa invece che “seguire il flusso?”. Nel corso del tempo ho avuto modo di osservare sia su di me sia purtroppo su tante altre persone che i danni peggiori non si fanno nei periodi depressivi ma proprio in quelli esaltativi-maniacali, e quindi dobbiamo prestar loro particolare attenzione. In secondo luogo, come scrivevo sopra, quando si è presi da questo tipo di energia cala drasticamente l’aspirazione spirituale, e c’è il pericolo di regredire velocemente. Ricordo ancora la prima volta che il Maestro mi ha ripreso perché stavo parlando in maniera eccessivamentesvadhisthanica”. Io non capivo bene quello che intendeva, anche perché dal mio punto di vista mi stavo semplicemente sciogliendo in un gruppo di persone con cui finalmente iniziavo a sentirmi a mio agio. Ci sono voluti diversi anni perché, gradualmente, apprendessi meglio il significato delle sue parole.

Il lavoro energetico-fisico attraverso gli asana e il pranayama” è fondamentale, sopratutto le posture che permettono la trasmutazione delle energie da questo piano a quelli superiori andrebbero praticate tutti i giorni per poter raggiungere dei risultati concreti. Praticamente, nelle situazioni conviviali, sia che parliamo, ascoltiamo, mangiamo, proviamo a mantenere sempre una parte delle nostra attenzione sul respiro. Se sentiamo la smania di dire la nostra, fermiamoci, rallentiamo… aspettiamo che l’altra persona abbia finito di parlare, e se è il caso interveniamo. Diamoci il tempo, se possibile, di moderare quello che stiamo per dire. Cerchiamo di “ascoltarci quando parliamo”, evitando di mantenere un tono e un ritmo troppo frenetici. Cerchiamo di vedere realmente la persona che ci sta davanti e ascoltare con attenzione quello che sta dicendo, una parola disattenta da parte nostra potrebbe ferirla o irritarla senza neanche accorgersene. Questi sono piccoli accorgimenti che possono aiutare molto a mantenere la presenza, il distacco, a limitare l’eccesso di Svadhisthana Chakra pur permettendoci di divertirci, ridere o fare battute, senza però scadere in eccessi triviali. Possiamo così gustare in maniera anche più profonda e soddisfacente questi bei momenti insieme.

Davide