La ricerca di armonia e bellezza che ogni uomo ha dentro di sé è intessuta nella stessa trama col valore della fratellanza. Questo perché la fratellanza racchiude in sé molti concetti cardine dell’uomo, il primo fra tutti è l’umanità… cioè il senso di appartenere alla razza umana, di esserne membri e vivi partecipanti con la gioia di poter godere di pari diritti e di avere pari dignità.
Poi la solidarietà: il reciproco sostegno, l’esperienza condivisa che dà pienezza. Nella scuola di yoga, ad esempio nei ritiri, la condivisione del pasto ma prima ancora la preghiera, l’arrivo delle pietanze, proprio l’atto del mangiare in silenzio e in presenza, ma insieme, colora di vividezza e amore un atto comune che compiamo ogni giorno.
L’esperienza nelle escursioni ad esempio, nelle quali è fondamentale in certe circostanze l’aiuto dei compagni per superare degli ostacoli e delle grandi paure… ogni riferimento è puramente casuale in questo caso!! Questo sostegno reciproco ha uno scopo ben preciso: innanzitutto ci fa risuonare su vibrazioni molto più elevate e che non sempre ci vengono spontanee se in quel momento non risuoniamo sul cuore o ancora più su, quindi ci eleva e ci monda delle parti basse ed egoiche ma la cosa forse ancora più bella è che ci avvicina a quel senso di unità ancestrale che risiede nel sentire più profondo della coscienza. Quindi fratellanza è amore anche per se stessi.
Nel piccolo gruppo della scuola così come nelle grandi comunità e negli insiemi molto più ampi ogni essere ha un tipo di energia rispetto all’elemento in cui risuona, quindi un tipo di tendenze karmiche su cui lavorare e dunque una sua precisa personalità e questo è complesso poiché possiamo dire che ogni essere è un universo a sé stante intorno a cui orbitano milioni di altri universi. La fratellanza, in questo senso è il fattore che armonizza le differenze e in senso più profondo che armonizza l’esperienza dell’incontro con l’altro amplificando l’apertura mentale, la capacità empatica ed alcune altre bellissime femminilità direi, come l’accoglienza, l’ospitalità, la cura, in senso più maschile il sostegno, la forza, la disponibilità e il riparo.
La difficoltà maggiore personale in questo senso risiede in una sorta di egocentrismo infantile che mi chiude nei mie bisogni feriti e non mi rende fluida e continuativa nelle relazioni e poi, sicuramente, seppure in modo meno evidente la paura ed il controllo… la paura, in particolare di non essere corrisposta nell’affettività e dunque il mio bisogno che non è armonizzato, ma compulsivo che mi crea oscillazioni, quindi fragilità e sofferenza. Le ombre personali e collettive e il dolore che ne è generato sono la chiave del lavoro in quanto ci mostrano la via da percorrere e la materia pulsante da modellare.
Il Maestro in tutto ciò è la guida preziosa senza la quale fare questo tipo di lavoro non sarebbe possibile. L’augurio per tutti noi è di vibrare con le risonanze più celestiali abbracciando e sublimando le ombre. Ti amo in ogni forma, ha detto il Maestro, aiutami quando non riesco. Grazie.
Roberta