Ombra & Presenza (II)
Restando in presenza, senza reagire, con il crollo delle certezze, di cardini a cui appigliarsi, con il dolore che pervade tutto, senza fermarlo, sto vivendo una sensazione simile a quella di nuotare in un mare oscuro che si trova in una zona molto profonda della mia mente… mai conosciuta. In tutto questo quando sai che non si possono dare colpe, quando sai che tutto è utile e giusto, resta solo un contatto vivo con te stesso come se un’altra immagine di te si trovasse di fronte a te, e l’unica cosa che ti spinge a fare, è un profondo esame di coscienza su tutto… come se un’intera vita scorresse come un film in scene veloci, e tu sai che non puoi reagire. L’assenza di reazione provoca un’espansione enorme in cui il corpo è fermo in un luogo, ma in realtà ti stai muovendo ovunque, privo di identità e di nome. Non sono io.
Ombra & Presenza (I)
Con questo articolo voglio descrivere alcuni meccanismi che, sicuramente, chi desidera fare un lavoro approfondito su di sé potrà riscontrare, con sfumature diverse, durante il proprio cammino. La presenza dell’ombra, come la intendeva Jung, è un ostacolo davvero immenso per chi desidera elevare la propria coscienza, ma che nel suo mistero si potrebbe rivelare allo stesso tempo il più grande trampolino di lancio. Le nostre tendenze più infime e nascoste, i nostri pensieri più vili, talvolta perversi, sono in realtà una tappa obbligata che dobbiamo attraversare e sciogliere per poter andare veramente oltre… chi ha la grazia di realizzare questa verità non solo mentalmente, ma in senso profondo, si ritroverà in una posizione molto difficile, ma quanto mai propizia per la propria evoluzione.
Vira… il guerriero spirituale (III)
Quando sentiamo parlare di “eroi” probabilmente ci verranno alla mente storie di super-uomini, esseri dalle personalità affascinanti che compiono imprese straordinarie, gloriose, spesso guerresche. Le caratteristiche di questi personaggi sono senza dubbio manifestazioni di una sviluppata energia Yang, essenziale per chi voglia perseguire un percorso evolutivo: senza sforzo e aspirazione è impossibile sperare di progredire, e questo vale tanto per gli scopi spirituali che per quelli mondani. Parafrasando un detto yogico, un criminale che ha il coraggio di mettere a repentaglio la propria vita è più vicino al progresso evolutivo della propria anima piuttosto che un pauroso…
Amare la mia parte femminile, YIN (II)
Amare la nostra parte femminile (yin) significa imparare ad amarci intimamente, nelle profondità di noi stessi. La nostra parte femminile è energia, emozione, è una forza intuitiva che ci riempie da dentro, ed entrarci in contatto ci permette di avere esperienze che, nella vita normale che si conduce nella nostra società, apparirebbero come incredibili, impensabili, difficilmente immaginabili.
Amare la mia parte femminile, YIN (I)
Scrivere questo articolo per me, vuol dire attingere ad un aspetto molto doloroso e complesso di una mia parte molto intima. Molto sinceramente ammetto di avere avuto circa un mese per poterlo scrivere, ma mi ritrovo adesso a ritagliare un angolo di tempo per confrontarmi con questo nodo, che già solo a digitare i tasti del computer mi sta venendo da piangere.
Vira… il guerriero spirituale (II)
In precedenza è stato detto chi è il Guerriero Spirituale… Egli è colui che lotta contro tutte le proprie manifestazioni egoiche. Egli lotta contro la Paura, l’Odio, la Rabbia e contro tutto ciò che c’è di oscuro nella natura intrinseca dell’uomo per portarla alla Luce. Vorrei ora porre l’attenzione, non su ciò che il Guerriero fa in questa direzione, ma soprattutto sul come viene fatto, sull’atteggiamento.
Vira… il guerriero spirituale (I)
Dal sanscrito Vira significa eroe, guerriero spirituale. Il Vira quindi è un guerriero che combatte per portare luce su tutte quelle manifestazioni egoiche di violenza, risentimento, gelosia ecc., tutte espressioni di quell’emozione primaria.. la paura. Ovviamente il guerriero spirituale non è immune a tale paura, ma con coraggio la accetta senza rifiutarla o indietreggiare davanti ad essa. Una volta il Maestro mi ha detto queste parole: “il coraggioso muore solo una volta, il codardo muore ogni giorno.”
Accettazione (II)
Dimmi Poeta… cosa non ti basta di questo momento irripetibile?
Cosa nel buio delle tue distrazioni ti fa stringere i denti?
Cosa nel silenzio delle tue certezze ti urla nello stomaco?
Per giustificare le lacrime della tua coscienza banalizzi tutto…
La gestione delle emozioni
Dal punto di vista emotivo sono sempre stato problematico. Fino a qualche tempo fa, però, non riconducevo direttamente questo problema all’essere iper-emotivo, piuttosto mi consideravo insicuro, oppure “sensibile”, o anche un po’ depresso. Essenzialmente un disadattato, anche se mascheravo il mio disagio in diversi modi. La cosa veramente paradossale, è che, nonostante negli ultimi anni mi sia reso conto di quanto sia predominante questa parte emotiva in me, fin da bambino mi sono abituato a reprimere moltissimo le mie emozioni.
Accettazione (I)
“Concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio per cambiare quelle che posso e la saggezza per riconoscerne la differenza”. (San Francesco)
L’accettazione, se guardata con superficialità, potrebbe essere confusa con una sorta di passività che lascia fare tutto e non si stupisce di niente. In questo senso potrebbe essere considerata una manifestazione dell’accidia, un vigliacco non voler fare mascherato da parole gentili e leggere. Cos’è in realtà l’accettazione che, nonostante tutti i malintesi, lascia intravedere la sua potenza? Cercando il verbo accettare nel dizionario etimologico si scopre che accettare deriva dal verbo latino “capere”: ricevere con gradimento e dimostrarlo.