Vira, il guerriero spirituale (I)

Dal sanscrito Vira significa eroe, guerriero spirituale. Il Vira quindi è un guerriero che combatte per portare luce su tutte quelle manifestazioni egoiche di violenza, risentimento, gelosia ecc., tutte espressioni di quell’emozione primaria.. la paura. Ovviamente il guerriero spirituale non è immune a tale paura, ma con coraggio la accetta senza rifiutarla o indietreggiare davanti ad essa. Una volta il Maestro mi ha detto queste parole: “il coraggioso muore solo una volta, il codardo muore ogni giorno.”

Quindi la forza del guerriero sta nell’accettare la paura che prova, poi nell’affrontarla e superarla, in questo modo non è più governato dalla paura nelle azioni o nel pensiero, ma si prende la responsabilità di tutto quello che dice, pensa, fa ed alla fine potrà avere in mano le redini della propria esistenza. Per lui ogni giorno è una prova costante, in ogni cosa o persona vede sempre la parte migliore, ed ogni prova affrontata diventa parte di lui, lo raffina e migliora costantemente. È sempre in allerta, sia dentro che fuori, nel caso ci fosse un “nemico che cerca di fare breccia nelle sue difese per oscurare la sua anima”. I suoi compagni sono tutti coloro che seguono il suo stesso Sentiero, ed è pronto a sacrificarsi per loro.

La mia esperienza nella Scuola Satyasvara è iniziata circa 2 anni fa in un periodo della mia vita non dei migliori; avevo preso peso, stavo alla soglia dei 100 kg, inoltre la mia attività fisica era nulla e quella sociale molto limitata. Come direbbe il Maestro, ero nella gabbia della mia zona comfort ed ero molto carente di energia Yang. Poco dopo, un mese dal mio ingresso nella scuola, il Maestro mi invitò a partecipare ad un viaggio abbastanza spartano, un viaggio in Nepal, insieme agli altri ragazzi che oggi considero come una famiglia spirituale. Durante il viaggio, che per me fu molto faticoso, percorrevamo 15-20 km giornalieri, persi molto peso e non solo a livello fisico, infatti lasciai li anche un bel po’ di “bagaglio karmico” (oltre a qualche bagaglio reale, visto che il mio zaino era strapieno) tra quelle montagne e ottenni in cambio quell’energia positiva e solare che mi è necessaria per intraprendere, in modo propositivo, questo cammino evolutivo.

Quel viaggio per me fu un atto “eroico” (immaginate un ragazzo di 100 kg e con 15 kg di zaino sulle spalle, andare nella catena montuosa più alta del mondo, senza preparazione e con solo tanta volontà) in cui mi sforzai di aumentare la mia parte Yang (a livello energetico e di conseguenza anche su tutti i vari livelli dell’essere) e formare cosi in me quell’attitudine che potremmo chiamare, da Vira, da guerriero spirituale. Insomma da quel viaggio in Nepal sento che c’è stato un cambiamento in me forte, che ancora oggi è in atto, lo potrei definire come un ritorno a quello stato Yang e positivo che penso ogni tanto viviamo tutti. Ora naturalmente mi sento più giovane e forte di allora.

Sto cercando di seguire i consigli che il Maestro mi ha dato durante il corso del tempo, come per esempio di “non nascondermi il volto dietro la maglietta o le mani”, oppure sull’avere una postura dritta, con la pancia in dentro e il petto in fuori, una postura verticale, da guerriero insomma (visto che non avendo fatto il militare mi manca questa forma di disciplina). Per questi consigli che ogni giorno il Maestro mi da, lo ringrazio tanto, a cominciare da quell’invito importantissimo per me, di andare insieme in Nepal.

Concludo dicendo che ancora oggi continuo più che mai a fare esperienza, a formarmi con le cose che la vita mi mette davanti, tra cui la difficoltà di scrivere questo testo (sempre grazie al Maestro che ci spinge a farlo), ma soprattutto per le cose che richiedono costanza, che ci preparano, tra le quali andare a lezione di Yoga, fare il tapas, ma anche ad essere puntuali, a rispettare gli impegni presi e tante altre attitudini caratteristiche del Vira, perché il guerriero spirituale non è colui che compete con gli altri, ma colui che cerca di essere ogni giorno migliore al se stesso precedente.

Vi saluto con un grande abbraccio, vi voglio bene..

Kevin Di Gregorio