Lo sforzo spirituale nel Cristianesimo (III)
Un altro esempio dello sforzo spirituale nel Cristianesimo sono i 24 consigli rivelati a S.Faustina Kowalska:
“Figlia Mia, voglio ora istruirti sulla lotta spirituale”.
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Non confidare mai in te stessa, ma affidati completamente alla Mia volontà.
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Nell’abbandono, nelle tenebre e nei dubbi di ogni genere ricorri a Me ed al tuo referente spirituale, che ti risponderà sempre a Mio nome.
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Non metterti a discutere con nessuna tentazione, chiuditi subito nel Mio Cuore ed alla prima occasione rivelala al confessore.
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Metti l’amor proprio all’ultimo posto, in modo che non contamini le tue azioni.
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Sopporta te stessa con molta pazienza.
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Non trascurare le mortificazioni interiori.
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Giustifica sempre dentro di te l’opinione dei superiori e del confessore.
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Allontanati dai mormoratori come dalla peste.
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Lascia che gli altri si comportino come vogliono, tu comportati come voglio Io da te.
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Osserva la regola nella maniera più fedele.
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Dopo aver ricevuto un dispiacere, pensa a che cosa potresti fare di buono per la persona che ti ha procurato quella sofferenza.
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Evita la dissipazione.
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Taci quando vieni rimproverata.
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Non domandare il parere di tutti, ma quello del tuo direttore spirituale; con lui sii sincera e semplice come una bambina.
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Non scoraggiarti per l’ingratitudine.
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Non indagare con curiosità sulle strade attraverso le quali ti conduco.
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Quando la noia e lo sconforto bussano al tuo cuore, fuggi da te Stessa e nasconditi nel Mio Cuore.
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Non aver paura della lotta; il solo coraggio spesso spaventa le tentazioni che non osano assalirci.
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Combatti sempre con la profonda convinzione che Io sono accanto a te.
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Non lasciarti guidare dal sentimento poiché esso non sempre è in tuo potere, ma tutto il merito sta nella volontà dell’abbandono a me.
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Sii sempre sottomessa ai superiori anche nelle più piccole cose.
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Non t’illudo con la pace e le consolazioni, ma preparati a grandi battaglie.
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Sappi che attualmente sei sulla scena dove vieni osservata dalla terra e da tutto il cielo, lotta come un valoroso combattente, in modo che Io possa concederti il premio.
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Non aver paura, poiché non sei sola.
- “L’amore, per essere vero, deve costar fatica, deve far male, deve svuotarci del nostro io (l’ego).”
- “Se giudichiamo le persone, non avremo tempo per amarle.”
- “È nel momento in cui si accetta, in cui si fa dono di sé, che si è sicuri della propria fede in Cristo.”
O attraverso le parole di S.Francesco: “Donandosi si riceve, dimenticando se stessi ci si ritrova, mai dobbiamo desiderare di essere sopra gli altri, ma esserne servitori.”
La vera letizia: “Un giorno, mentre da Perugia camminavano diretti a Santa Maria degli Angeli, San Francesco spiegò a frate Leone in che cosa consistesse la perfetta letizia: Frate Leone, anche se i frati minori in ogni terra dessero grande esempio di santità e fossero di edificazione, scrivi e nota diligentemente che non è perfetta letizia. Dopo un po’ San Francesco lo chiamò per la seconda volta: Frate Leone, anche se il frate minore rendesse la vista ai ciechi e risanasse i paralitici, scacciasse i demoni, rendesse l’udito ai sordi e facesse camminare gli zoppi, parlare i muti e, cosa ancor più grande, risuscitasse i morti di quattro giorni, scrivi che non è perfetta letizia. Dopo ancora un po’ di cammino, San Francesco gridò forte: O frate Leone, se il frate minore sapesse tutte le lingue e tutte le scienze e tutte le scritture, così che sapesse profetare segreti delle coscienze e degli uomini, scrivi che non è perfetta letizia. Andando un poco più oltre, San Francesco parlava ancora più forte: O frate Leone, pecorella di Dio, anche se il frate minore parlasse la lingua degli angeli e conoscesse il corso delle stelle e le proprietà delle erbe, e gli fossero rivelati tutti i tesori della terra, e conoscesse gli uccelli, i pesci, tutti gli animali, le pietre e le acque, scrivi che non è perfetta letizia. Dopo aver percorso un altro tratto di strada, San Francesco lo chiamò forte: O frate Leone, anche se il frate minore sapesse predicare così bene da convertire tutti gl’infedeli alla fede di Cristo, scrivi che non è perfetta letizia. Dopo aver parlato in questo modo per circa due miglia, frate Leone, con grande ammirazione disse: Padre, ti prego da parte di Dio che tu mi dica dov’è perfetta letizia. E San Francesco gli rispose: Quando noi saremo a Santa Maria degli Angeli, bagnati per la pioggia e intirizziti per il freddo, infangati e affamati picchieremo alla porta di quel luogo, e il portinaio, adirato, chiederà: chi siete voi? E noi risponderemo: siamo due dei vostri frati. E Lui non riconoscendoci, dirà che siamo due impostori, gente che ruba l’elemosina ai poveri, non ci aprirà lasciandoci fuori al freddo della neve, alla pioggia e alla fame mentre si fa notte. Allora se noi a tanta ingiustizia e crudeltà sopporteremo con pazienza ed umiltà senza parlar male del nostro confratello, anzi penseremo che egli ci conosca ma che il Signore vuole tutto questo per metterci alla prova, allora frate Leone scrivi che questa è perfetta letizia. E se noi perché afflitti, continueremo a bussare e il frate portinaio adirato uscirà e ci tratterà come dei gaglioffi importuni, vili e ladri, ci spingerà e ci sgriderà dicendoci: andate via, fatevi ospitare da altri perché qui non mangerete né vi faremo dormire. Se a tutto questo noi sopporteremo con pazienza, allegria e buon umore, allora caro frate Leone scrivi che questa è perfetta letizia. E se noi costretti dalla fame, dal freddo e dalla notte, continuassimo a bussare piangendo e pregando per l’amore del nostro Dio il frate portinaio perché ci faccia entrare. E questi furioso per cotanta molesta insistenza si riprometterebbe di darci una sonora lezione, anzi uscendo con un grosso e nodoso bastone ci piglierebbe dal cappuccio e dopo averci fatto rotolare in mezzo alla neve, ci bastonerebbe facendoci sentire uno ad uno i singoli nodi. Se noi subiremo con pazienza ed allegria pensando alle pene del Cristo benedetto e che solo per suo amore bisogna sopportare, caro frate Leone, annota che sta in questo la perfetta letizia. Ascolta dunque la conclusione, frate Leone: fra tutte le grazie dello Spirito Santo e doni che Dio concede ai suoi fedeli, c’è quella di superarsi proprio per l’amore di Dio per subire ingiustizie, disagi e dolori, ma non possiamo vantarci e glorificarci per avere sopportato codeste miserie e privazioni perché questi meriti vengono da Dio. Infatti le sacre scritture dicono: cosa hai tu che non sia stato concesso da Dio? E se tu hai ricevuto una grazia da Dio perché te ne glori come se fosse opera tua? Sul Vangelo sta scritto: Io non mi voglio gloriare se non nella croce di nostro Signore Gesù Cristo.” Ho considerato dare maggiore evidenza all’aspetto Cristiano di questo articolo sullo sforzo spirituale, sia per una mia particolare predilezione, sia perché ritengo, che non sia un caso che siamo nati in un paese con questa cultura religiosa. A livello di conoscenza, ma soprattutto a livello energetico, vibrazionale e sottile, se siamo nati qui significa che la nostra anima, in questa incarnazione ha prevalentemente bisogno di questa energia, per completare la propria evoluzione. Sorvolando in questo contesto il senso del peccato, l’azione del vero Cristiano è un azione di cesello sulla propria anima, un agire seguendo la voce della coscienza che sempre ci indica la strada da seguire, ma che spesso, volutamente scegliamo di non seguire per infimi interessi di bottega. Per compiere queste scelte irresponsabili, ci aggrappiamo alla mente speculativa, che sempre ci fornisce mille vane motivazioni, per fare ciò che in realtà è l’ego a volere. Maestro