Fratellanza (X)

Solo a sentirne il nome immediatamente il cuore si espande e la mente visualizza la piccola Immacolata, insieme alle 4 sorelle più grandi, che tutte insieme puliscono “a specchio” la casa per aspettare l’arrivo di uno dei fidanzati. Che bella atmosfera si creava, si dividevano i lavori e io che ero “a piccitta” (la piccolina), svolgevo quello più semplice, cioè spolveravo e mettevo in ordine.

Fratellanza significa questo, essere uniti, provare un profondo rispetto reciproco, un senso di affetto e di benevolenza che porta a superare pregiudizi e discriminazioni, aiutandosi a vicenda, cercando di percepire le necessità dell’altro e nei limiti del possibile intervenendo, senza aspettarsi nulla in cambio. Ormai adulta, insieme a delle amiche avevamo deciso che da “grandi”, saremmo andate a vivere in un cascinale, avendo però delle camere separate, e un salone, possibilmente col camino, dove trovarsi tutte, così da essere indipendenti, ma subito pronte ad assisterci. La Fratellanza infatti si manifesta anche tra coloro che non sono fratelli ma che si sentono come se lo fossero, legati da questo sentimento superiore che esprimono con azioni generose di aiuto disinteressato. In occasione della prima giornata internazionale per la Fratellanza umana, celebrata il 4 Febbraio 2021, è stato evidenziato dai partecipanti che :

  • Fratellanza vuol dire mano tesa.

  • Fratellanza vuol dire ascoltare col cuore aperto.

  • Fratellanza sighifica adesso perché non c’è più tempo per l’indifferenza.

  • Fratellanza significa che… o siamo fratelli o tutto crolla.

All’alba di 72 anni ho incontrato la Scuola Satyasvara che mi ha fatto rivivere l’atmosfera di quando ero bambina, identica la Fratellanza con i partecipanti… si è subito instaurato un reciproco sentimento di affetto e di solidarietà proprio come tra fratelli, basato sulla condivisione di esperienze comuni. Potrei citare tanti esempi di aiuto che mi veniva offerto spontaneamente, come quando si andava in montagna e immediatamente scattava la gara di solidarietà. Chi mi sollevava dal peso dello zaino, chi mi affiancava nei tratti più difficili tenendomi per le mani o addirittura sollevandomi di peso quando c’era da scavalcare qualche cancello, proprio come degli angioletti sempre al mio fianco.  All’inizio ero ancora residente a Milano e scendevo a San Benedetto per i Ritiri Spirituali durante i quali le giornate trascorrevano in assoluto silenzio. Con le meditazioni mi si apriva la mente e con la voce del Maestro che ci leggeva libri di personaggi mistici, intervallati da spiegazioni atte a farci meglio comprendere le varie situazioni, vivevo momenti di pace e serenità.

I primi Ritiri si svolgevano al Centro Yoga e non dimenticherò mai la prima volta che, diversamente da ciò, eravamo andati in un Monastero di suore benedettine a Monte Fiascone. Oltre alle attività abituali col Maestro, questa volta ci recavamo anche in chiesa per partecipare a tutte le funzioni religiose e le voci delle suore che cantavano gli inni sembravano angeliche e mi arrivavano nel più profondo del cuore, commuovendomi fino alle lacrime.  Piano piano avevo iniziato a partecipare anche ad altri incontri come le escursioni o vari momenti di convivialità (cene, film, etc.). Anche soltanto addobbare l’albero di Natale diventava un piacere per collaborare e stare tutti insieme oppure attendere che arrivasse il nuovo anno assistendo a qualche piccola piece teatrale interpretata da alcuni fratelli, mentre altri si cimentavano con canzoni e suonando strumenti quali chitarre, violini e batterie.

Insomma, era sempre più il tempo che trascorrevo con loro di quello vissuto a Milano e inoltre seguire le lezioni online non mi bastava più. Avevo deciso quindi che, se oltretutto non volevo perdermi neanche una lezione in presenza, sarebbe stato meglio trasferirsi a San Benedetto, anche se sapevo che non sarebbe stato semplice farlo capire alle mie figlie. Alla fine ce l’ho fatta , ormai da quasi tre anni vivo a San Benedetto, soprattutto perché ho arricchito il concetto di Fratellanza con la ricerca di “Spiritualità “ che in me mancava. Infatti non ero stata educata spiritualmente dai miei genitori e soltanto a Natale la si poteva vagamente respirare, andando a casa di mia nonna dove c’era il presepe, ma poi durante il resto dell’anno non si andava mai in chiesa… avevo incominciato a recarmici verso gli 8-9 anni, ma solo per seguire l’esempio delle amichette.

Frequentando la Scuola ho realizzato che il vuoto interiore che percepivo e al quale non riuscivo a dare un nom, ma che cercavo di colmare facendo continui viaggi, era dovuto a questa carenza ed ho iniziato a provare anche un profondo rammarico per non aver educato spiritualmente, a mia volta, le mie due figlie, le ho solo battezzate e fatto fare prima comunione e cresima.  Mi dispiace davvero molto, anche perché una delle figlie, seguendo il mio esempio, ha peggiorato questa situazione non battezzando i tre figli avuti, convinta che lo faranno da adulti, se lo vorranno.  Capisco solo ora l’enorme perdita che questa decisione arrecherà ai miei nipoti. Mi ritengo comunque molto fortunata per aver incontrato il Maestro che con tanta pazienza è sempre pronto a darmi consigli e a farmi riflettere quando ho dei momenti critici durante i quali vorrei abbandonare tutto. Non è certo facile alla mia veneranda età un cambiamento importante, ma interiormente so di essere sulla strada giusta, mi sento amata e sostenuta sia dal nostro Maestro che da tutti i “Fratelli” e ringrazio l’Assoluto per avermi fatto questa grazia.

Immacolata