Introduzione al Tantra Yoga

In occidente, il tantra è diventato una celebre corrente di grande successo, anche se non è realmente e correttamente conosciuto e compreso. Purtroppo, pochi uomini hanno accesso alle informazioni rispetto a ciò che riguarda il tantra, essendo abbordato in modo superficiale dalla maggior parte delle scuole occidentali di tantra. Queste spesso presentano informazioni che non hanno un reale legame con la vera scienza tantrica, così come non possiamo dire che l’astrologia e l’astronomia sono identiche, essendo di fatto due scienze differenti. Possiamo così dire che il tantra è una scienza esoterica mistica che si occupa dello studio dell’intero universo, iniziando con l’essere umano: dai pensieri, le emozioni, il corpo fisico e continuando con la natura, con l’armonia della musica e delle vibrazioni, arrivando fino alle dinamiche delle stelle e dell’intero cosmo.

Nella lingua sanscrita, tantra significa “rete, intreccio” la parola è composta dalla radice “tan” che significa espansione e da “tanto” che significa corda, filo. Nella visione tantrica, l’intero universo fisico e mentale è percepito come essendo simile al tessuto in cui le parti si uniscono nell’intero (tutto), e in cui l’intero (il tutto) si riflette in tutte le sue parti. Il vero tantrico (tantrika) è percepito come un musicista divino che sa cantare con saggezza questo strumento “uno strumento con un’infinità di corde” all’interno della sua anima o dell’intero universo.

La metafisica tantrica si basa su alcuni principi fondamentali. Un primo principio si può comprendere con il seguente proverbio indiano “Ciò che è qui (nel microcosmo dell’essere umano) è ovunque (nel macrocosmo), ciò che non è qui (nel microcosmo dell’essere umano), non esiste in nessun luogo (nel macrocosmo). (Kularnava Tantra)

Questo proverbio indica lo specchiarsi fondamentale dell’universo nel nostro essere e il nostro specchiarci nell’universo. Così come l’uomo dorme e poi si sveglia, così anche in natura si alternano la notte e il giorno. Così come esiste a livello umano l’attrazione polare tra l’uomo e la donna, così accade a livello planetario con i poli magnetici ed elettrici. Così come le piccole immagini del proiettore e le grandi immagini dello schermo hanno la stessa matrice, così anche l’universo e l’uomo sono uniti e si specchiano perfettamente l’uno nell’altro. Per sottolineare questa idea, merita menzionare il fatto che nel frontespizio del tempio di Delfi sono scritte in greco le seguenti antiche parole: “Conosci te stesso e conoscerai cosi l’intero Universo”. Un famoso proverbio cabalistico afferma: “L’uomo è un mondo più piccolo, ma il Mondo che è “la Casa” è un grande uomo”. (Rabbi Isaac Daman, cabalista del XIV secolo).

Il secondo principio del tantra è descritto dal Lama Govinda: “Il bene e il male, il sacro e il profano, la sensualità e la spiritualità, il materiale e il trascendente, samsara (ignoranza) e nirvana continuità inseparabile dello spirito nella materia, della mente nel corpo, dell’infinito nel finito, di ciò che è oltre in ciò che è qui e dell’eterno “essere” nel suo divenire nel “tempo”.(illuminazione) non sono completamente opposte, essi sono due facce della stessa realtà”. Questo principio differenzia il tantra dalla maggior parte delle vie spirituali che separano il sacro dal profano, l’amore dal desiderio, la spiritualità dal materialismo. Il tantra fa sparire lo spazio tra il peccato e la virtù; esso unisce “ciò che è” con “ciò che dovrebbe essere” e mostra l’unità.

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Secondo questa prospettiva il tantra cerca di utilizzare ogni particella di vita come uno strumento nella via dell’evoluzione spirituale, poiché esso non nega i processi primari come: il dormire, il mangiare, l’eliminazione delle secrezioni o i bisogni sessuali. L’energia della passione e del desiderio non deve essere perduta ma dovrebbe essere controllata. “Ogni processo, ogni desiderio, per quanto poco elevato sia, porta con sé il battito di sacralità che il tantra insegue per identificare e portare alla luce” (John Blofield, autore del libro “Misticismo tantrico in Tibet”).

Alcuni adepti occidentali osservano il tantra come una pratica erotica del tipo Kama Sutra e utilizzano le tecniche sessuali come certi strumenti necessari nella pratica spirituale. Questo approccio ha generato il cosiddetto neo-tantra che è stato scherzosamente chiamato dai Lama tibetani il “California tantra”.

Questa incomprensione ha origine nel fatto che l’estasi beatifica che si raggiunge con il vero tantra è confusa con il momento dell’orgasmo durante un atto amoroso normale. Entrambi sono sperimentati in modo naturale all’interno delle relazioni erotiche tantriche. Lo scopo del tantra però non è quello di sperimentare il piacere in modo superficiale ma di andare molto più in profondità, ad un livello ben differente.

Possiamo ora parlare di cos’è veramente il tantra e del motivo per cui esso fu creato e ci fu offerto, così come fu descritto dai rishi (saggi indiani): “Gli uomini saggi che hanno raggiunto la suprema realizzazione del Sé, una volta che hanno percepito e compreso che tra il proprio sé e quello divino non esiste alcuna differenza, essi sono diventati uno con il Sé Divino. Si sono liberati da ogni desiderio e passione individuale, nel momento in cui hanno percepito e hanno compreso che tutte le loro azioni in questa vita sulla terra sono guidate da Dio; allora hanno raggiunto la liberazione suprema. Coloro che hanno visto che Dio si riflette in ogni aspetto in questa terra, hanno raggiunto la pace interiore e sono diventati uno con l’Intero Universo, percependo i segreti della vita eterna”.

In questo paragrafo, i rishi descrivono la realizzazione ultima dell’uomo, che è la rivelazione del Sé Supremo immortale, Atman, e la fusione beatifica con Dio Padre. Per poter comprendere a cosa si riferisce il testo, esaminiamo analiticamente gli elementi essenziali che lo compongono utilizzando una metafora semplice:

  • L’unione tra l’anima individuale con quella Suprema, così come una cellula comprende che è parte di un intero corpo;

  • La liberazione da ogni desiderio personale, analogicamente con la cellula che comprende e che chiede ossigeno per realizzare il suo ruolo nell’organismo;

  • Comprendere il fatto che il Sé Supremo è il motore di tutto ciò che accade nell’intera manifestazione, per analogia con una cellula che “comprende” che tutto ciò che è in lei e attorno a lei è creato dall’intero corpo;

  • Lo stato di pace beatifica del Sé (qui la metafora con la cellula non è più valida) è uno stato che niente può perturbare. Una profondità che non conoscerà mai il movimento, come se non fosse niente, come se non fosse stato niente e non lo sarà mai, come quando tutte le forme sono svuotate dall’essenza.

Questa realizzazione spirituale può sembrare fantastica all’uomo normale e per coloro che sono all’inizio di questa via; il tantra gli offre una pratica che rende spirituale ogni momento del presente, fa si che ogni camera diventa un tempio, ognuno sembra diventare una bacchetta d’oro e ogni viso umano, un viso di Dio.

Il trattato mistico segreto fondamentale “Vijnana Bhairava Tantra” ci offre molti esercizi spirituali in cui la realtà è percepita come un mistero divino. Sono qui descritti metodi d’illuminazione spirituale partendo dai momenti quotidiani: come possiamo percepire il Vuoto Divino mentre osserviamo un lago, o la modalità di controllare l’energia dello starnuto per ottenere un momento di illuminazione, ecc. Anche ai nostri giorni incontreremo monaci che si solleticano il naso con una penna cercando di raggiungere con l’aiuto dello starnuto uno stato di trascendenza. Per finire, prendiamo in prestito le parole di Rabbi Nachman che diceva: “Gli uomini semplici mangiano per avere energia, i saggi studiano la Bibbia per sapere come mangiare”. Questa è un’attitudine tantrica, di portare il sacro in modo spontaneo nella vita di ogni giorno.

I principali aspetti divini che il tantra fa conoscere al mondo sono: Shiva, il principio maschile, l’aspetto Cosciente, il nucleo della creazione; e Shakti, il principio femminile, la Creazione in divenire. Entrambi sono riuniti e trascesi in Paramashiva, il Supremo Assoluto. L’intera realtà è percepita come il gioco di questi due princìpi. In questo gioco, Shiva gioca il ruolo di testimone, l’osservatore che sperimenta la creazione in uno stato di pace, di calma. Shakti, gioca il ruolo dell’energia creatrice ed è lei stessa creazione e manifestazione. Si può aggiungere, analogicamente, che Shakti è il sogno e Shiva il sognatore, che Shakti è l’universo, tutta l’esperienza e Shiva è la luce attraverso la quale è percepita e vissuta.

Shakti ha molti aspetti: Kali, la forza del tempo; Tara, la forza della compassione; Tripura Sundari, la forza dell’amore e della bellezza; Lakshmi; Parvati; Dhumavati, la forza del vuoto e molte altre. Tutti questi aspetti di Shakti ballano di fronte a Shiva e insieme a Lui, essendo polarizzati da Lui, e attraverso il loro ballo fanno apparire e scomparire tutti gli aspetti della manifestazione, come la creazione e la distruzione, la vita e la morte, il vuoto e il pieno.

Il più famoso simbolo di Shiva in unione con Shakti, di fatto è una della rappresentazioni più importanti dell’India, è chiamato “Shiva Lingam” – “Lingam”, l’organo sessuale maschile all’interno di una “Yoni”, l’organo sessuale femminile, in fusione. Questi due principi, Shiva e Shakti, si ritrovano in ogni essere umano e la loro unione si riflette a livello dell’anima. Per poter spiegare ciò possiamo prendere esempio dal bisogno di indipendenza dell’uomo, (paragonato al principio maschile universale che nell’essenza è trascendente e intatto, Shiva come Coscienza, oltre la mente) e il bisogno della donna di intimità (paragonata al principio femminile universale che è nell’essenza l’amore, in una permanente unione con tutto ciò che esiste, nascosta ma mai separata, Shakti come energia creatrice fondamentale, abbracciando tutto).

Il tantra, come scienza spirituale tradizionale eminentemente praticata, parte dai principi metafisici che sono alla base dell’universo e formula, sulla loro base, i principi pratici efficienti per trasformare l’uomo, partendo dal corpo fisico e continuando con le profondità della sua anima. Alcuni testi tantrici menzionano tre vie tantriche diverse:

1. “la via Kaula” che include certi processi (inclusi i rituali) tantrici che determinano l’amplificazione e la trasmutazione del potenziale erotico, la sublimazione ascendente dell’energia e il risveglio della Kundalini Shakti (descritta come un serpente dall’enorme forza concentrata, ha la forma di una spirale alla base della colonna vertebrale, in Muladhara chakra). Questa energia colossale, quando è “risvegliata” e “innalzata”, risale lungo la colonna vertebrale provocando nello stesso tempo anche una trasformazione spirituale;

2. “la via Misara” combina diverse tecniche tantriche (sia interne che esterne) che hanno proprio lo scopo di innalzare l’energia Kundalini nella zona del cuore, al centro del petto, Anahata chakra. Le prime due fanno parte del cosiddetto “tantra della mano sinistra”, Vama Marga;

3. “la via Samara”, fa parte del cosiddetto “tantra della mano destra”, Dakshina Marga. In questa via non ci sono rituali tantrici esterni. Per questa via, l’identificazione con i principi maschili e femminili si realizza in modo simbolico, interno, con le meditazioni, ascetiche. Queste hanno lo scopo di sublimare l’energia Kundalini Shakti nella zona della testa, nel centro sottile di forza Sahasrara.

In questo senso, i traduttori moderni sottolineano il fatto che questa via, Samara, è la più elevata e la più pura tra le tre. D’altra parte Kularnava tantra, uno dei più importanti testi sul Tantra, considera che la prima via, la via Kaula, che ha le più numerose implicazioni nelle azioni e nella vita su questa terra, è la più elevata tra le tre. Ancor più, si menziona il fatto che una sintesi perfetta delle tre vie è la miglior via da seguire, piuttosto che seguire separatamente ogni via.