La Pasqua (aspetti pratici ed esoterici)

LA RESURREZIONE – Abbiamo passato le feste di Pasqua in rititro di meditazione e preghiera presso un monastero di suore di clausura benedettine. È stata veramente una grande esperienza… sia mistica che spirituale. È la prima volta che abbiamo vissuto la Pasqua come un momento autentico di rinascita interiore in senso cristiano… di rinascita in qualità potenziale di uomo nuovo e divino. Ringraziamo tutti i partecipanti e le nostre gentilissime ospiti per tutto quello che ci hanno trasmesso e che abbiamo condiviso insieme. Ringraziamo inoltre Padre Pacomio per quello che è riuscito a trasmettere durante le celebrazioni liturgiche… sono state Messe tanto sentite e con attenzione partecipate. Certi aspetti, certe emozioni sono difficilmente trasmissibili… lui ci è riuscito con passione, semplicità ed anche con una simpatica teatralità. Ringraziamo sinceramente tutti, per quanto condiviso e soprattutto il Padre/Madre/Uno che ci ha dato questa meravigliosa occasione di resurrezione coscenziale e spirituale.

La festa della Resurrezione del Signore costituisce un’occasione di interiorizzazione e di re-incontro con Dio, con Colui che a tutti noi ha dato la vita, all’inizio del Tempo. Se siamo aperti ed attenti ad alcuni simboli e messaggi che ogni anno ci vengono comunicati in occasione della feste Pasquali, possiamo rinascere anche noi, dal punto di vista dell’anima, accanto a Colui che è sceso tra noi per elevarci. La terra era deserta e vuota; sulla superficie delle profondità delle acque era buio, e lo Spirito di Dio si muoveva sopra le acque. È notte, il buio avvolge tutto… solo il fremito delle foglie induce un brivido, che preannuncia che qualcosa di meraviglioso sta per accadere. Dio ha detto: “Che sia la luce!” e luce fu. Dio ha visto che la luce era buona; e Dio ha separato la Luce dall’oscurità. Il sacerdote esce quindi dall’altare sollevando l’Unica Luce. Tenue e fioca meravigliata anch’essa della sua solitudine ed allo stesso tempo, della moltitudine di energie che la aspettano per scatenarsi. Piano si orienta verso le anime che la desiderano e comincia a donare se stessa con amore. Le campane cominciano a suonare, perché all’inizio fu il Verbo. Un richiamo risuona: “Venite e prendete la luce! Prima una candela, poi un’altra, e ancora un’altra, e sempre più vengono verso di essa e ne assorbono la Luce”. Una candela però non perde niente di se stessa quando ne accende un’altra. Al contrario, sembra che diventi ancora più luminosa. Una dietro l’altra, le candele già accese donano la stessa luce, senza che la loro brillantezza diminuisca, anche alle altre che la chiedono. Ecco il mistero dell’illuminazione: “Chiedi e ti sarà dato”.

Se avviciniamo adesso la nostra candela a qualunque candela già accesa, queste bruceranno insieme con la stessa fiamma, la loro luce è la stessa. Non esiste più la mia luce, la tua luce, non esiste più la distinzione nemmeno nei confronti della Prima Luce… e questo indifferentemente dalla forma o dall’aspetto della candela, del supporto creato solo per portarle, così come i nostri corpi sono solo i supporti per le nostre anime, solo i veicoli che sono stati creati unicamente per questo scopo. Tutte le candele possiedono in loro stesse la capacità potenziale di ardere allo stesso modo in cui arde la Luce Increata, che esiste attraverso Se stessa. Dentro ognuno di noi esiste la Scintilla Divina (IL SÈ DIVINO, ATMAN), ma sta ad ognuno di noi accenderla, andare incontro alla Luce. Ascoltate attentamente… Dio ci chiama verso di Lui incessantemente… ad ogni scandire dell’orologio, ad ogni respiro, ad ogni battito del cuore si sente un mormorio… venite e prendete la Luce! “D’ora in poi non salirò più nel terreno di Gerusalemme per soffrire; ma salirò da Mio Padre e da Vostro Padre, dal Mio Dio e dal vostro Dio e insieme vi farò ascendere alla Gerusalemme che c’è su, nel Regno dei Cieli”.

Cosa significa, di fatto, la morte, e poi la Resurrezione del Signore? Per ciò che è accaduto a Cristo dopo la Sua morte sulla Croce, le varie lingue hanno trovato delle parole appropriate, alcune delle quali sono una vera rivelazione. I latini usavano resurrectio, proveniente dal verbo resurgo = alzarsi nuovamente, riconquistare nuovamente le forze, risollevarsi dalle proprie rovine. Bisogna però precisare che la Resurrezione è un atto di Dio, orientato non verso di Sé, ma verso gli uomini, perché Egli è la vita nel modo più assoluto, la vita senza inizio e senza fine, “Egli è Colui che è”; Cristo Stesso ha detto di Sé: “Io sono la Vita” (Giovanni 14.6). Dio scende, praticamente, nella manifestazione umana, proprio per annunciare che, ecco, la via è aperta e la strada può essere percorsa anche a ritroso, cioè essa, la creatura, può partorire ora il Creatore. Della nascita fisica o creazione, si può dire che sia superiore all’inesistenza e che rappresenti, attraverso se stessa, una grande misericordia e benedizione di Dio. Il battesimo rappresenta un avvicinamento alla coscienza Cristica, alla scintilla divina (SÈ DIVINO ATMAN) che c’è dentro di noi; esso porta la possibilità della vittoria completa, nel senso che ci dobbiamo liberare dalle limitazioni inerenti all’esistenza, in quanto esposti, a causa della nostra debolezza, a continue e gravi cadute. L’entrata totale nella vita, nella vita perfetta che c’è oltre la morte è rappresentata dalla Resurrezione…. “Dio ci ha partoriti nuovamente attraverso la Resurrezione di Gesù Cristo” (1 Pietro 1,8). Questa nascita è un’iniziazione sacra, è l’energia sottile divina che ci svela l’illusione cosmica, la modalità attraverso la quale noi possiamo diventare Figli di Dio.

Sulla morte e sulla resurrezione, Gesù testimonia, svelando così il nostro legame con Lui, in modo così semplice e diretto: “E Gesù ha detto: Io sono la resurrezione e la Vita; chi crede in Me non morirà nei secoli dei secoli! E la vita eterna è questa: conoscere Te, l’unico vero Dio, e Gesù Cristo che hai mandato” (Giovanni 17,3). E quando il mare ci sentirà pronunciare le Tue parole: “Ecco, Io sarò con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”, allora le onde si placheranno subito ed il mare diventerà calmo. Così Dio annuncia l’essere, che con amore infinito nei confronti di tutto quello che lo circonda, ha come ideale sublime l’armonizzazione profonda e perfetta. Un simile essere porta la pace e manifesta pienamente l’amore, il sacrificio, il perdono, l’abnegazione, l’appello pieno di fervore alla Grazia divina. C’è un amore immenso, travolgente, nell’intensità e nella compassione di Gesù; per quanto noi uomini Lo adorassimo, o persino gli apostoli che Lo veneravano, il nostro amore umano non poteva raggiungere il livello dell’amore che Gesù provava per noi. Dobbiamo comprendere che noi Lo amiamo con l’amore umano, mentre Gesù ci ama con l’amore divino, perfetto ed infinito; Egli ci ama, nonostante sa che Lo tradiamo. Il dolore che sentivamo come parte del Suo amore, era il dolore che Egli provava per noi. Perché Egli soffriva per noi e ci amava, e il Suo amore compenetrava e abbracciava tutto. Allora ho compreso che Gesù era venuto per cambiare l’amore. Del cosiddetto amore-paura, Egli ne ha fatto amore–mitezza, sollievi e perdono totale, il perdono che scioglie in sé qualunque ricordo del male, dell’offesa o del dolore causati.

La compassione di Gesù nei nostri confronti non opprime, non è pesante… è leggera come un fiocco di neve, è profumata, cosicché la sentiamo come se fosse della mirra che scorre nel nostro essere, è dolce, purifica, santifica e raffina. Sentiamo che chiedere e ricevere la compassione di Gesù è un atto di combustione dell’ego, è un atto di comunione con Dio, è sentire Dio scendere nel nostro essere. Così penetra nel nostro essere un potente torrente di Amore Divino, e attraverso Gesù, dal cuore comincia a riversarsi nell’universo l’amore, ricoprendo l’intero universo di una luce e di un amore infinito, che comprende tutto. Dobbiamo vivere allora l’umiltà e la felicità, che sono l’amore e la nostalgia per Dio. Il miracolo della resurrezione si era già compiuto tante volte prima di Gesù, ma la Sua resurrezione costituisce la garanzia della continuità dello Spirito Vivente, del nuovo soffio di speranza, amore e verità, che è stato infuso nel mondo attraverso l’incarnazione del Figlio di Dio. La festa della Resurrezione del Signore Gesù Cristo, non rappresenta solo la commemorazione di un fatto storico… è una festa spirituale… e qualunque festa spirituale si svolge solo nel presente. È vero, è più difficile da comprendere, ma il tempo storico non ha nulla a che vedere con la spiritualità… lo Spirito, e tutto ciò che è legato ad esso non esistono nel tempo.

Il tempo è un prodotto dello Spirito, è creato per rendere possibile l’esistenza del mondo fenomenico… e l’intero mondo, che normalmente non ha né inizio né fine, somiglia all’interno di una bolla di sapone. L’universo è finito e infinito nello stesso tempo… dalla prospettiva della creatura, il mondo è senza inizio e senza fine… dalla prospettiva di Dio, il mondo è finito, simile ad una pellicola cinematografica che contiene in sé, sia l’inizio, sia la fine di una storia, il cui corso si può modificare in qualunque momento, ma solo nei limiti dell’inizio e della fine. La celebrazione della Resurrezione del Signore Gesù Cristo è ciò che si chiama… la seconda nascita, la rinascita nello spirito o il risveglio dell’anima. Ogni uomo deve risvegliare la propria anima nei confronti dell’amore e della verità. Gesù ha detto di Sé che è la Via, l’Amore, la Bontà, la Verità, la Giustizia e la Vita. Di conseguenza, quando festeggiamo la resurrezione di Gesù, festeggiamo, di fatto, la resurrezione di tutte queste virtù. Dal punto di vista storico, Gesù è risorto il terzo giorno dopo essere stato crocifisso, ma, dal punto di vista strettamente personale, ognuno singolarmente è responsabile adesso, nell’attuale ciclo, della resurrezione di Gesù nel proprio cuore. Noi possiamo permettere a Gesù di rinascere se ci apriremo verso l’amore, la bontà, la giustizia, la verità, la libertà… questo è il mistero della Resurrezione del Signore.

La rinascita del Signore è, di fatto, la rinascita dell’Uomo, la nostra personale rinascita. Senza svegliarci alla vita, nel momento in cui Dio desidera che noi risvegliamo la nostra anima, falliremo praticamente per ciò che riguarda l’intero tempo dell’attuale ciclo. Vivremo inutilmente, saremo simili a cadaveri viventi, così come ci dice San Simeone. È necessario utilizzare qualunque occasione per risvegliare la nostra anima, e la festa della resurrezione è il più valido avvenimento da questo punto di vista. Manifestando perdono, bontà, desideri buoni e pensieri benefici otteniamo una impenetrabile armatura contro qualsiasi attacco egoico malefico. Gesù ci insegna: “Amate i vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono, fate del bene a coloro che vi odiano e pregate Dio per coloro che vi infastidiscono”. Se benediciamo veramente un uomo, quest’ultimo non ha più il potere di farci alcun male. L’arte del perdono deve essere imparata e realizzata con saggezza. 

Lasciamo quindi anche noi che questa bellezza si manifesti nel nostro essere, che nobiliti le nostre anime, e così comprenderemo il significato delle parole di Swami Vivekananda: “Il mondo ci appare buono e puro solo se la nostra vita è buona e pura”. Se siamo arrivati a padroneggiare abbastanza bene l’arte del perdono, possiamo osare invocare la Grazia di Dio, per perdonare i nostri errori. Gesù ha tagliato con la spada della Sua discriminazione divina l’assoluta illusione, e ha detto che le preoccupazioni e i dispiaceri devono essere completamente superati. Il perdono è il segno distintivo dell’uomo superiore, che ha un’anima sana e un grande cuore, mentre l’incapacità di perdonare è la debolezza dell’ego, la percezione prevalentemente materialistica o sensoriale della vita. Quando qualcuno dice di non poter perdonare, di fatto, dice di non voler perdonare!

La crocifissione di Gesù ha costituito, per molte persone, la via dell’apertura dei loro cuori verso i Suoi insegnamenti spirituali. L’amore rimane la più grande Grazia che Dio ha dato agli uomini. Esiste un’unica meraviglia… l’amore, l’amore infinito di Dio per noi, come anche l’amore che c’è dentro di noi per Lui, l’amore che permette che il finito si riversi nell’infinito. Dio è amore, e nella Sua infinita bontà ha dato anche a noi, che siamo i suoi figli, L’AMORE, cosicché, attraverso questo amore, possiamo arrivare a conoscerLo. Amare significa avere un cuore ardente, totalmente, continuamente, bruciante d’amore. Quando ami, il tuo cuore è fiorito, il tuo sguardo è luminoso, il tuo tocco è come una carezza del vento, hai delle ali al posto dei piedi e non cammini, ma voli. L’intero mondo è tuo, e tutto quanto lo regali per amore e con amore. Non esiste nessuno più vicino a Dio, dell’uomo, il cui cuore vibra pieno di amore… cerchiamo quindi per quello che è possibile di vivere nell’amore.

Il Maestro

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