SATYASVARA – Storia di un cammino (II)

CAPITOLO II° “l’incontro con il Maestro”

Per circa un mese, frequentai il corso tutti i martedì sera. Oltre al martedì c’era però un altro giorno della settimana in cui veniva fatta lezione di yoga, ma per gli allievi del decimo anno e con il Maestro della scuola; essa era comunque aperta anche a tutti gli allievi dei corsi degli anni inferiori e Paolo, già da un po’ di tempo, aveva iniziato a frequentarla. Quando decisi di provare anche io, ero talmente emozionata che il cuore mi batteva fortissimo e lo stomaco era completamente sottosopra.

Giovedì sera. Entro in sala e il mio sguardo si rivolge verso il maestro, che era seduto sul tappetino in fondo alla sala. Mi ricambia lo sguardo dicendo: “Ciao Alice”. Conosceva il mio nome perché Paolo gli aveva parlato di me. Lui, invece, si chiama Roberto Quando mi siedo sul tappetino mi dice di mettermi in Vajrasana e, senza convenevoli, iniziamo la lezione. Un’energia che non avevo mai percepito si manifestò durante quelle due ore. Terminata la lezione il mio corpo era tutto un fremito: tremavo tanto e non riuscivo a fermarmi! Il Maestro mi disse che il tremore che avevo era normale; l’energia che si era manifestata era stata molto forte anche perchè a livello astrologico era una serata particolare. Non capivo niente di quello che stava accadendo, ma capii subito che per me Roberto non era un semplice insegnante, forse avevo incontrato il mio Maestro, anche se allora non capivo bene cosa in realtà questo significasse.

Le lezioni del giovedì divennero molto importanti per me, sentivo che mi facevano bene e sentivo sopratutto che il Maestro, in un qualche modo che non capivo, mi sosteneva a un livello invisibile alla vista fisica e inconcepibile ad una mente razionale. Sentivo con lui un collegamento che non riuscivo a definire, sapevo che riusciva a capirmi semplicemente guardandomi negli occhi e questo, per un periodo, mi mise anche molto a disagio. Sapevo che, qualsiasi mia emozione e sensazione, veniva da lui percepita, e che quindi non potevo nascondermi! Non potevo fingere sui miei sentimenti. Non potevo fingere con me stessa. Ma nonostante avessi paura…. non scappai. Non ne avevo la minima intenzione e non mi è mai passato per la mente di lasciare la scuola, dall’inizio di questo percorso fino ad ora, anzi mi sento sempre più a casa, tra persone che amo e da cui mi sento amata.

Ogni volta che entravo in quella sala avveniva una piccola trasformazione interiore e quando ne uscivo non ero più la stessa. Con questo non intendo dire che ci furono cambiamenti radicali nel giro di poco; ora so che per questo tipo di cambiamenti ci vuole tempo, pazienza e perseveranza. I risultati non si vedono nel giro di un giorno o di un mese, è un processo lento in cui ogni lezione lavora globalmente sull’allievo, modificandone le strutture vibratorie e di conseguenza i pensieri, le emozioni e lo stato di coscienza. Scioglie mano a mano i blocchi interiori e così quasi senza accorgersene si inizia ad essere una persona diversa, migliore e forse anche più libera. Dico “forse” perché la decisione finale spetta sempre a noi. Se non diamo la possibilità a questa disciplina di entrarci dentro, se non ci mettiamo veramente in gioco, ogni lezione sarà fine a se stessa, potremo avere dei benefici psico-fisici, ma non ci sarà una nostra reale evoluzione.

Forse la cosa più importante che ho capito in quel periodo, era che dovevo affidarmi completamente al maestro; solo così Roberto è poi diventato veramente il mio Maestro.

Ogni lezione di yoga di quel periodo fu come un’intensa seduta psicanalitica: quante lacrime mi scivolavano lungo il viso! Ciò accadeva specialmente quando eseguivamo le posture che andavano ad attivare Anahata, il centro di forza situato al centro del petto, il Chackra del Cuore. In quei momenti cominciai veramente ad avere compassione di me, a farmi tenerezza. Mi resi conto che rivolgevo tutta la mia attenzione e il mio bene sugli altri senza però amare me stessa; non mi amavo e non mi prendevo cura di me. Capire ciò fu il primo passo della mia crescita interiore e solo grazie al mio piccolo cuore che piano piano si sbloccava riuscivo ad andare sempre più a fondo di me stessa e a riconoscermi davvero. Queste prime sensazioni furono quelle che mi scossero e che mi diedero la spinta per andare avanti in questo percorso, facendomi sentire che per me era la via giusta.

Il 7 Maggio 2015 scrissi queste poche parole: Compassione verso me stessa. Per la prima volta non ho pregato per gli altri ma solo per me, facendomi moltissima compassione e tenerezza. PRIMA DI AMARE GLI ALTRI DEVO AMARE ME STESSA. FINORA NON MI SONO MAI AMATA COMPLETAMENTE, solo a piccole dosi saltuarie. Trovare la forza in me non mi allontanerà dagli altri…. Viaggio per ri-incontrarti/incontrarmi….”

Alice