Dio nella mia vita

Dio nella mia vita, un bellissimo e difficilissimo tema di riflessione. Capita proprio in un momento in cui Dio lo sento davvero molto lontano dalla mia vita. È paradossale poiché Dio è dentro ciascuno di noi; anzi siamo noi stessi parte di Lui. Tuttavia la fretta e la routine quotidiana ci portano pian piano a distaccarsi dalla sacralità dell’esistenza. Ad ogni modo con molto sforzo voglio provare a non lasciare che questo distacco si prolunghi, e riavvicinarmi, anche attraverso questo articolo al mio lato divino. La sacralità è un punto fondamentale nella mia vita, ho sempre avuto un approccio molto spirituale, non tanto nel senso religioso, quanto nel cercare un significato più profondo dell’esistenza.

Quando ero piccola avevo tanta voglia di conoscere Dio o meglio la figura di Gesù, sicuramente per il retaggio culturale cristiano. Eppure avevo questa sicurezza che lui fosse sempre lì al mio fianco, grazie agli angeli che mi proteggevano, e quindi mi sentivo come invincibile. Ricordo che spesso gli parlavo, più che pregare a volte gli chiedevo se potevo vederlo e a volte nella notte qualche ombra o gioco di luce mi dava l’impressione che fosse la sua manifestazione; non ricordo bene i discorsi che facevamo erano per lo più nella mia mente, però ricordo che sentivo questo bisogno di conoscerlo meglio. Speravo sempre che prima o poi si rivelasse ed oggi posso dire che lo ha fatto più volte e in molte forme. Tuttavia, allora, come bambina di 7 anni cercavo una rivelazione più tangibile. Comunque sapevo che era mio amico e questo mi bastava. Crescendo, quell’aspetto ingenuo e puro tipico dell’infanzia si è affievolito e le esperienze legate agli aspetti materiali si sono intensificate, soprattutto durante l’adolescenza, dove tutto ti travolge nel bene e nel male su una giostra di grandi emozioni e contrasti. Nonostante quel periodo di smarrimento, ho sempre sentito di essere protetta. Certo, ho messo in dubbio la mia fede e mi sono posta domande difficili: se Dio esiste, perché c’è tanto male nel mondo? Perché guerre, omicidi e violenze? Se Dio ci ama, perché non c’è pace sulla terra? Non ho mai trovato risposte definitive. Solo crescendo ho iniziato a percepire che anche le situazioni più brutte, per quanto difficili, servono a crescere. Dal periodo universitario fino ad oggi, la luce e il senso del divino sono riemersi, e la mia fede si è rafforzata. Ho acquisito la certezza della sua esistenza. Se un tempo attribuivo tanti eventi alla fortuna, ora sono convinta che la mia esistenza sia sempre stata guidata.

Un episodio in particolare ha segnato questa consapevolezza. Durante il periodo del Covid, mentre mi trovavo sola in Austria, ho attraversato un momento di grande sofferenza. Un giorno, mentre piangevo, ho sentito improvvisamente una pace profonda, e quel malessere scomparso. È forse questo il Nirvana? Pensai dopo… È difficile da descrivere a parole, ma sapevo che non proveniva dalla mio mentale. Oggi, grazie alla scuola, posso definirlo un momento di grazia o uno stato di samadhi: unione, pace ed assenza di pensieri. In quel periodo ho fatto sogni molto significativi, tanto da iniziare a scriverli, convinta che fossero messaggi. Ricordo con particolare emozione un sogno in cui mia nonna Santa mi è apparsa durante quel momento difficile. Con dolcezza, mi ha sussurrato semplicemente “ti voglio bene”. Ho provato una gratitudine immensa per quel messaggio, sentendolo come un dono speciale concesso ad entrambe. Ancora oggi, ripensando a quell’episodio che si è cristallizzato dentro di me, provo un grande calore nel petto. Nulla potrà mai più farmi dubitare dell’esistenza di Dio e di quanto tutto nell’universo sia profondamente connesso. Con il rientro in Italia, ho conosciuto la scuola, che è stata una svolta significativa. Il mio senso mistico mi ha portato ad avvicinarmi a certe pratiche e, grazie alla scuola, le mie percezioni sono diventate più intense e profonde. La scuola mi ha dato un senso di appartenenza e mi ha fatto sentire nel posto giusto.

Quando visualizzo la scuola, vedo una grande luce che esce dal tetto, e il Maestro emana una luce dorata molto intensa. Anche se i suoi aspetti umani sono presenti, io non li vedo. Pure quando non sono d’accordo con lui, o alcune riflessioni mi risultano fastidiose so che i suoi insegnamenti provengono da entità divine e che lui è uno canale importante per noi. Dio è una presenza costante nella mia vita e la scuola rappresenta un pilastro fondamentale, anche se non mi reputo un esempio perfetto e spesso me ne distacco. Sto ancora combattendo con i miei demoni e le zone d’ombra. Ci sono momenti in cui, durante la pratica a scuola, mi sento fisicamente male. Quando faccio le asana, mi sembra di poter svenire da un momento all’altro. Questo mi ha fatto capire ancora di più quanto io faccia parte di questo percorso e quanto sia importante perseverare.

Angela