Entità di Luce (III)

La purezza dei bambini è l’aspetto che di più forse ci può aiutare a entrare in contatto e in risonanza con lintelligenza creatrice e benefica della presenza angelica, corrente sottile invisibile che circonda ogni essere e tutte le cose del mondo. Dall’angiologia, che studia e descrive i ruoli dei cori e delle presenze angeliche, sappiamo che esistono angeli a protezione e ispirazione non solo degli umani ma di ogni ambito del creato. Essi, a diretto contatto con la luce Divina, sono sempre presenti come sfera di energia elevata e in divenire con lintelligenza cosmica. Circondano e accolgono tutto, dagli animali ai minerali, e assolvono una precisa funzione non volitiva (cioè non voluta da loro in quanto non hanno Ego) ma in totale servizio e a disposizione del Logos creatore. Può suonare come un discorso mentale o astratto, tuttavia si tratta di forme di energia molto elevate con cui possiamo entrare in contatto e che rifulgono di colore bianco intenso o di altri colori elevati che, se attirati verso di noi con una buona disposizione, possono essere percepiti come una vibrazione benefica e avvolgente; come labbraccio di uno spirito guida che ci protegge, non riducendoci a corpo inerte e passivo, bensì riversando in noi ispirazione e nutrendoci nel profondo, aiutandoci ad assolvere il nostro destino.. incoraggiando inclinazioni positive, doti, aspetti di purezza e tutto ciò che ci possa aiutare a compiere il nostro dovere Divinamente ispirato (dharma) e attraversare il nostro karma rincontrando e sciogliendo le azioni passate.

Se chiudiamo gli occhi, nel più profondo di noi e intorno a noi, è sempre presente questa sorta di nuvola o aura che esprime lessenza dellAngelo custode che ci è stato affidato. Si potrebbe provare a rappresentarlo figurativamente come un essere alato con lo sguardo puro, ma le Entità angeliche vanno oltre la sfera della percezione ordinaria, e somigliano di più a un contatto intimo, un dialogo, un’amicizia amorevole e rassicurante capace anche di scuoterci e ravvivarci. Prima di frequentare questa Scuola lunico ricordo e conoscenza che avevo delle Entità angeliche erano i modi di dire in famiglia sul nostro angelo custode che ci protegge quando siamo in viaggio, o quando ci spostiamo su una bicicletta o altro in mezzo al traffico cittadino. A ciascuno di noi sarà senzaltro capitato in alcune circostanze limite di salvarsi per un pelo o di evitare un incidente, o un errore irreparabile. Ho sempre vissuto tutto ciò, con una sfumatura dolce e rassicurante di credenza popolare, come una prova della presenza angelica. Penso che nel mio spirito di bambino questa semplice espressione: “che il tuo angelo custode ti protegga”, abbia messo le basi d’amore per conoscere e accogliere la presenza Divina e il divenire dello Spirito nelle piccole cose. Fa parte di quelle tradizioni che riempiono lanimo dei bambini ma soprattutto mantengono acceso il fuoco di pratiche e usanze tramandate di generazione in generazione, acquistando così di per sé una certa forza creatrice ed elevata.

Queste sono state le prime associazioni che feci prima di partecipare per la prima volta due anni fa al ritiro della Scuola dedicato alle Entità di Luce e al passaggio tra la vita e la morte, i primi strumenti di cui disponevo per accogliere esperienze successive. Tramite questo tipo di ritiri e in altre occasioni, anche leggendo gli articoli precedenti su questo argomento, ho iniziato a mettere insieme i vissuti dell’infanzia con le rivelazioni dovute alla Grazia immensa e al campo di energia spirituale che questo contesto (questa Scuola spirituale) mi hanno permesso di incontrare. Rientrando nel merito dell’articolo, siamo quindi immersi in questo fluido divino benefico e protettore: ce ne accorgiamo per esempio quando siamo di fianco a qualcuno che amiamo o che conosciamo molto bene: se noi stessi, insieme con la persona vicina, ci troviamo in armonia interiormente, questa ci trasmette uno stato puro di gioia e amore. Può durare anche solo alcuni secondi, ma è come se nella presenza si fondessero tra loro le sfere angeliche e potessimo per qualche istante prendere coscienza di essere una cosa sola e parlare una lingua invisibile e indescrivibile, fatta di sensazioni e vissuti lucidi, spirituali ed esilaranti. Questo stesso stato di amore in presenza ci guida e ci accompagna anche in natura, dove potenzialmente ogni essere è nostro compagno di viaggio e in risonanza con la sfera angelica che lo ispira e lo protegge.

“Per mezzo di Lui tutte le cose sono state create”(Col 1, 16). Tutto è costantemente immerso e permeato della presenza Divina e gli angeli sono il tramite attraverso cui riusciamo, a diversi gradi e mano a mano che lavoriamo su noi stessi, a entrare in contatto con questa amorevole guida. Va da sé che un Essere può percepire gradualmente questa presenza nella misura in cui attraversa le proprie ombre e prende coscienza dei messaggi e degli ostacoli sedimentati nel proprio inconscio. Sarebbe impossibile in caso contrario per tale essere vivere le cose con pienezza, proprio perché più la nostra coscienza è inconsapevole più agiamo secondo degli schemi automatici che tendono a filtrare e annebbiare i colori vivi del mondo e delle esperienze di vita.

Il contatto con le Entità di luce è amplificato quando recitiamo costantemente la preghiera Angelo di Dio, che per risonanza ci immerge in questa sfera di luce ed armonia positiva. Nel periodo dell’anno che va da ottobre fino forse la fine di novembre, questi vissuti sono più pregnanti, proprio perché si entra più in contatto con le parti di ombra e di oscurità, con i morti e con gli spiriti che attraversano passato e futuro (vedi per esempio la tradizione della notte prima di Ognissanti e la festività dei morti). Viene tramandato di generazione in generazione il culto dei morti ed ognuno di noi può richiamare alla memoria momenti particolari della propria vita durante i quali la nebbia fitta, i boschi, le luci fioche nelle zucche e qualche teschio giocoso qua e là hanno stimolato uno stato di curiosità, o a volte di paura, per il regno degli spiriti e la destinazione dell’anima alla fine di questa vita. In questo periodo dell’anno diventa più agevole e allo stesso tempo necessario provare a rievocare la presenza angelica e sperimentare gli stati di luce e armonia che questo contatto ci procura. Più o meno in parallelo, si celebra in India e tra le comunità indù la festività di Navaratri, le nove notti dedicate alla Madre Divina adorata in tre diverse ipostasi, a commemorare la Vittoria di Kali (Grande Madre Divina della notte eterna) sui demoni Shumba e Nishumba. Questa e altre tradizioni che si trovano in moltissime religioni e culti in giro per il mondo mettono in evidenza la compresenza di entità luminose ed entità più malevole che possono rappresentare i dubbi e le parti di noi stessi che rimangono insolute, diventando ostacoli ogni volta che le incontriamo. È solo grazie alla Presenza Divina e angelica che diventa possibile affrontare e distruggere tali demoni, non tanto come un trionfo holliwoodiano del bene sul male ma come integrazione in un tutto nell’unione e nel superamento degli opposti.

La festività di Navaratri è molto importante in India e ha proprio lo scopo, notte dopo notte, di aumentare con ferventi celebrazioni devozionali e tramite la presenza costante del fuoco, il sostegno e la presenza delle energie divine Shakti legate al potere femminile e materno. Le versioni di storie che narrano la vittoria sui demoni prolificano in questa tradizione. Nel nord dell’India per esempio, l’ultima notte di Navaratri si celebra la vittoria di Rama sul demone Ravana, che aveva rapito la moglie Sita ovvero la parte umana dell’anima innamorata di Dio (Rama) e messa in cattività dal demone Ravana (Ego). Sempre nello stesso periodo poco più tardi (quest’anno il primo novembre) nella tradizione indiana si celebra la notte di Divali, ovvero la vittoria della luce sulle tenebre. La festività consiste nell’accensione di una moltitudine di lumi alimentati ad olio che riempiono le città dell’India come un’inondazione della presenza Divina come focolaio di conoscenza che brucia e consuma l’ignoranza. Appare evidente quindi come questo momento dell’anno sia particolarmente propizio per immergersi nell’incontro tra la luce e le tenebre, con fede e con riconoscenza per l’amore infinito di Dio, che tutto anima e pervade riempiendo il cuore umano di un’ardente e luminosa sicurezza e riversando il Suo nutrimento intenso dalla cima della testa attraverso Sahasrara Chakra.

Niccolò