Qualche anno fa, quando mio figlio Alessandro aveva circa 9 anni, siamo andati a visitare Roma. Eravamo già stati altre volte nella capitale, ma lui era troppo piccolo per ricordare e apprezzare i magnifici monumenti e le splendide piazze romane.
Arrivati davanti al Colosseo, Alessandro rimase incantato. Con quella meraviglia e quello stupore che solo gli occhi di un bambino possono esprimere, si rese conto della maestosità di quell’anfiteatro che fino a quel momento aveva visto solo sui libri di scuola. Camminava con lo sguardo rivolto verso l’alto, assorto nella contemplazione di tanta bellezza, senza accorgersi della folla che ci circondava. All’improvviso, strattonato da qualche passante, si fermò di colpo e abbassò lo sguardo, cercando di capire cosa stesse succedendo.
Intorno a noi, la folla era un brulicare di voci e movimenti: persone che camminavano rapidamente, alcune parlando ad alta voce, altre con il naso all’insù per ammirare il Colosseo, qualcuno si fermava per scattare una foto con i figuranti vestiti da centurioni; ma, in mezzo a tutto quel caos, l’attenzione di mio figlio fu catturata da una zingarella anziana che chiedeva l’elemosina. Era una di quelle figure che si incontrano spesso a Roma: dall’aspetto trasandato, con pochi denti in bocca e lo sguardo velato di tristezza. Quella scena colpì profondamente Alessandro. Nei suoi occhi, che fino a pochi istanti prima brillavano di meraviglia per il Colosseo, si scorse un cambiamento improvviso: si fecero piccoli, velati da una sottile lacrima. Mi strattonò il braccio e, con voce ferma, mi disse che voleva donare i suoi 5 euro alla signora. Erano i soldi che gli davo ogni volta per comprarsi un ricordino dei nostri viaggi.
Provai a spiegargli, forse sbagliando, che quella donna probabilmente non aveva davvero bisogno dei suoi 5 euro; ma lui non esitò nemmeno un secondo. Si avvicinò alla signora anziana, le porse la banconota e poi tornò subito da me, abbracciandomi forte. Da madre, quel gesto mi strinse il cuore per la sua dolcezza e purezza. Volevo però vedere come avrebbe reagito alla perdita del suo “tesoro”. Così gli ricordai, con un pizzico di malizia, che ora non aveva più i suoi 5 euro per acquistare un ricordino della vacanza. Ovviamente gli avrei dato altri soldi, ma volevo capire la sua risposta. Forse ancora sopraffatto dall’emozione, mi rispose con semplicità che non desiderava nulla come ricordo.
Qualche ora dopo, mentre passeggiavamo per Piazza Navona tra la folla, Alessandro all’improvviso strinse la mia mano e, con voce stupita, esclamò: “Mamma, guarda!”. Si chinò velocemente e raccolse da terra una banconota da 5 euro. Rimasi senza parole. Non poteva essere una coincidenza… quello che aveva donato con il cuore gli era stato restituito. Questo piccolo, semplice gesto resterà per sempre una lezione preziosa per me e, spero, anche per lui.
Vanessa