Sri Ramana Maharshi
Sri Ramana Maharshi nacque il 30 Dicembre 1879. In quel giorno ricorreva la festività in onore di Shiva Nataraja (Shiva danzante), il suo nome natale era Venkataraman. All’età di 17 anni, con un’esperienza eccezionale, conseguì l’illuminazione; fece l’esperienza della morte fisica rimanendo pienamente consapevole e cosciente. Ecco come lui stesso descrive tale esperienza: “È stato improvviso, sedevo solo in una stanza al primo piano della casa di mio zio. Raramente avevo avuto qualche malattia e quel giorno non vi era nulla di strano nella mia salute, ma di colpo sono stato colto da una violenta paura della morte.
Ma Anandamoyi
MA ANANDAMOYI nacque il 30 aprile del 1896, un’ora e dodici minuti prima del sorgere del sole a Kheora, in India. Durante tutto il periodo del travaglio e del parto la madre non sentì alcun dolore. La bambina nacque senza piangere, si diceva infatti che ella non avesse mai pianto, se non di felicità. Per questo era conosciuta con il nome di MA ANANADA: colei che è piena di beatitudine, più tardi i suoi discepoli la chiameranno semplicemente MA: MADRE. I suoi genitori erano adoratori ferventi di VISHNU e le diedero il nome di Nirmala Sundari Devi (Bellezza immacolata). Per tutta la fanciullezza Nirmala si prese cura dei suoi fratelli più piccoli e per questo dedicò poco tempo agli studi: solo due anni alla scuola elementare.
Sri Aurobindo
«Ciò che colpiva in modo particolare coloro che incontravano Sri Aurobindo, non era tanto la sorprendente luce dei suoi occhi… ma quell’immobile immensità che si afferrava, così compatta, così densa, come se si penetrasse in un infinito tangibile» (Satprem)
Sri Aurobindo nacque a Calcutta il 15 Agosto del 1872. Poiché la madre si ammalò, a soli 5 anni entrò in un collegio inglese insieme ai suoi tre fratelli per volontà del padre, medico affermato che, dopo aver conseguito gli studi Inghilterra, ne tornò fortemente anglicizzato e con l’idea che i suoi figli non avrebbero mai dovuto essere “contaminati dal misticismo fumoso e retrogrado” che aveva, secondo lui, portato l’India alla rovina.
Abhinavagupta
“Nella casa divina del corpo, v’adoro, mio Dio e mia Dea, giorno e notte! V’adoro lavando di continuo il fondamento terrestre con gli spruzzi dell’essenza del mio stupirsi! V’adoro con gli spontanei fiori spirituali che esalano innato profumo! V’adoro con la preziosa urna del cuore, colma d’ambrosia, beatifica, giorno e notte”! (Abhinavagupta)
Abhinavagupta, eminente filosofo, esteta e santo fu uno dei più importantiAcharya (Maestri) del Monismo Shivaita. Della sua vita, dedita allo studio e all’insegnamento, poco sappiamo se non quanto egli stesso dice in alcune sue opere come il Tantraloka e il Paratrimshika Vivarana. Visse in Kashmir nell’XI sec., un suo avo era un famoso Bramino, grande maestro Shivaita e discepolo di Kanauj, invitato in Kashmir da re Lalitaditya.
Shiva e Shakti – Il principio maschile e femminile
Secondo la visione Tantrica la Creazione non è un processo che ha avuto inizio in un momento definito o definibile nel tempo, lo stesso vale per la Dissoluzione/morte, infatti entrambi i processi hanno luogo e si succedono in ogni momento da sempre: quello che esiste ed accade ora, al di fuori e dentro noi stessi, è perfettamente analogo a quello che è accaduto alle “origini”. Questo processo continuo può essere definito in una parola: EVOLUZIONE che è lo scopo e l’identità del processo Creazione/Dissoluzione. Tutto ciò che esiste si manifesta per effetto dell’interazione continua fra due poli opposti: uno essenzialmente STATICO – SHIVA (che presenta comunque anche aspetti dinamici), e l’altro essenzialmente DINAMICO – SHAKTI (che presenta comunque anche aspetti statici). La parte esterna di ogni forma e di ogni fenomeno rappresenta il frutto dell’aspetto creatore della FORZA DINAMICA, nella parte interna esiste una FORZA STATICA che costituisce il nucleo della creazione, il Cuore dell’esistenza fenomenica.
L’unione amorosa
“Non gettare questo nettare indifferentemente. È da questa sostanza che lo yogi ha la propria origine. La sua natura è l’estasi più elevata. È indistruttibile e splendido ed è penetrante come il Paradiso” (Hevaraja Tantra). Esistono due scuole fondamentali in cui si suddivide il Tantra.
L’importanza della polarità tra uomo e donna
“L’albero dell’Eternità ha le radici nel cielo, mentre i suoi rami crescono in giù verso la terra. Lui è lo Spirito Immortale su cui si sostengono tutti i mondi”( Katha Upanishad). Il Tantra insegna a riconoscere all’uomo e alla donna specifiche energie, complementari e necessarie. Gli scritti e gli insegnamenti mistici orientali presentano le due forze, del Cielo e della Terra, come i principi fondamentali che penetrano e sostengono il tutto. L’induismo li chiama Shiva e Shakti, i buddisti tibetani Yab (padre) e Yum (madre), mentre il taoismo si riferisce a questi come Yang (più) e Yin (-). Queste due forze operano nell’intero mondo fenomenale come: luce o buio, caldo o freddo, secco o umido. Sono interdipendenti e si sostengono reciprocamente.
L’igiene e la cura del corpo
Nell’unione tantrica il corpo fisico è vissuto come un tempio, un santuario che va rispettato, protetto, curato nei minimi particolari. L’utilizzo di oli essenziali profumati, di unguenti, di creme naturali per rendere la propria pelle profumata, morbida e vellutata rappresenta un atto d’amore verso se stessi e verso il partner che, nel momento della fusione amorosa più che in ogni altro momento, incarna il Divino Amante Cosmico.
La visualizzazione creatrice
Modalità semplici di visualizzazione che permettono di entrare in uno stato di profonda risonanza con l’energia specifica dell’immagine visualizzata. Visualizzare un’immagine ci permette di entrare in contatto con la sua energia specifica e di generare uno stato di profonda risonanza con essa. Questo favorisce l’attivazione di un processo intenso di trasformazione, anche grazie alla Legge misteriosa della Sincronicità, che si manifesta nell’attimo stesso in cui utilizziamo tutte le nostre facoltà mentali concentrandole e focalizzandole su un aspetto, un’immagine o un oggetto, con il quale si stabilisce un contatto.
Legge dell’Analogia
Ciò che è in alto, è anche in basso; ciò che non è in basso, non è neanche in alto. (Kybalion)
La Legge dell’Analogia, corrispondenza tra l’essere umano, quale Microcosmo e l’Universo, quale Macrocosmo, tra spirito individuale e Spirito Universale, afferma che tutto ciò che esiste nell’Assoluto esiste anche in noi e che non possiamo trovare nulla che sia in noi che non abbia una corrispondenza nell’Assoluto. È la Legge dell’armonia della Vita e della comunione totale tra tutti i piani dell’esistenza.