Siddhartha Gautama Sakyamuni detto il Buddha
La regina madre si chiamava Mahamaya, donna di grande virtù, che amava tutti gli esseri, il padre era il re Suddhodana del regno degli Sakya. Al momento della nascita egli si precipitò dalla moglie e dal figlio, la sua gioia era infinita, gli occhi gli brillavano; chiamò il bambino Siddhartha, che significa colui che raggiunge lo scopo. Chiamò gli indovini che, esaminato il bimbo, dichiararono sarebbe diventato un grande imperatore destinato a reggere un possente regno. Solo il vecchio e saggio Asita guardò il bambino a lungo e in silenzio, poi cominciò a piangere e disse tremante al re: “Nessuna sventura maestà, piango per me stesso, perché vedo che il bambino è dotato della vera saggezza, conoscerà i misteri dell’universo, non si occuperà degli affari di stato, ma sarà un grande maestro, il cielo e la terra saranno la sua casa e tutti gli esseri la sua famiglia, piango perché morirò prima di poterne udire la voce annunciare la verità che avrà realizzato”, poi si voltò e scomparve.
Sri Ramakrishna
Sri Ramakrishna nasce il 18 Febbraio del 1836 con il nome di Gadadhar. Un giorno, all’età di 11 anni, Gadadhar si stava recando in un villaggio vicino, quando, attraversando un campo di grano, ebbe una visione di Gloria in Dio e persa la coscienza dei sensi, entrò spontaneamente in quello stato supercosciente chiamato samadhi. Sri Ramakrishna trascorse la maggior parte della sua esistenza a Dakshineswar, una cittadina nei pressi di Calcutta, in un grande tempio-giardino dedicato alla “Mamma” Kali. Giorno e notte ripeteva; Madre! O Madre! Vedeva la divina Kali in una pietra, in un ceppo o in una statua, tutto era un espressione di Kali, tanto da essere definito “il folle di Dio”.
Poonja
POONJA è nato il 13 Ottobre del 1910 nel Punjab occidentale, in India. La madre era molto bella e aveva una voce melodiosa. Essendo una devota di KRISHNA, era solita intonare inni devozionali che attiravano in casa molte persone che restavano incantate ad ascoltare quei canti ispirati, intrisi di fervida adorazione, che lei con trasporto dedicava a KRISHNA. All’età di nove anni, POONJA fece la sua prima esperienza spirituale che determinò l’inizio della sua ricerca. Era in casa di parenti quando, ad un tratto, si sentì letteralmente assorbire da un irresistibile stato di intensa felicità e di pace. Pur essendo cosciente di tutto ciò che accadeva intorno a lui si trovava nell’impossibilità di muoversi e di parlare.
Sri Nisargadatta Maharaj
NOTE BIOGRAFICHE Sri Nisargadatta Maharaj nasce fisicamente nel mese di Marzo del 1897 con il nome di Maruti. Sposato con quattro figli, si mantiene facendo il commerciante nella città di Bombay. A trentaquattro anni incontra il suo Guru Sri Siddharameshwar Maharaj, che gli dice: “Tu sei il supremo, Tu sei la Realtà Ultima”. Meditando su ciò, Maruti, prima diventa una cosa sola con la coscienza, poi trascende la coscienza e si insedia permanentemente nell’Assoluto, raggiunge in due anni lo stato di liberazione ultima e prende il nome di Sri Nisargadatta Maharaj (da Nisarga: spontanea, innata, e Datta: presenza).
Milarepa
Il nome Milarepa è formato dal patronimico Mila e da Repa, che significa Buona Novella; figlio di Mila-Trofeo-di-Saggezza e di Bianca-Ghirlanda, e fratello di Peta-Protettrice-Fortunata, di famiglia ricca e rispettata. Sul letto di morte, il padre mise sotto tutela il proprio patrimonio in favore dei parenti, con l’accordo che Milarepa ne sarebbe rientrato in possesso in età matura; allora Milarepa aveva circa 7 anni. All’età di 15 anni, e pronto per le nozze, con a fianco la madre, la sorella, lo zio materno e i testimoni del testamento, chiese agli zii la restituzione del patrimonio, ma questi, forti della numerosa progenie, con la menzogna negarono ogni addebito, schiaffeggiarono la madre di Milarepa e li scacciarono dalla casa gettandoli in strada.
Sri Ramana Maharshi
Sri Ramana Maharshi nacque il 30 Dicembre 1879. In quel giorno ricorreva la festività in onore di Shiva Nataraja (Shiva danzante), il suo nome natale era Venkataraman. All’età di 17 anni, con un’esperienza eccezionale, conseguì l’illuminazione; fece l’esperienza della morte fisica rimanendo pienamente consapevole e cosciente. Ecco come lui stesso descrive tale esperienza: “È stato improvviso, sedevo solo in una stanza al primo piano della casa di mio zio. Raramente avevo avuto qualche malattia e quel giorno non vi era nulla di strano nella mia salute, ma di colpo sono stato colto da una violenta paura della morte.
Ma Anandamoyi
MA ANANDAMOYI nacque il 30 aprile del 1896, un’ora e dodici minuti prima del sorgere del sole a Kheora, in India. Durante tutto il periodo del travaglio e del parto la madre non sentì alcun dolore. La bambina nacque senza piangere, si diceva infatti che ella non avesse mai pianto, se non di felicità. Per questo era conosciuta con il nome di MA ANANADA: colei che è piena di beatitudine, più tardi i suoi discepoli la chiameranno semplicemente MA: MADRE. I suoi genitori erano adoratori ferventi di VISHNU e le diedero il nome di Nirmala Sundari Devi (Bellezza immacolata). Per tutta la fanciullezza Nirmala si prese cura dei suoi fratelli più piccoli e per questo dedicò poco tempo agli studi: solo due anni alla scuola elementare.
Sri Aurobindo
«Ciò che colpiva in modo particolare coloro che incontravano Sri Aurobindo, non era tanto la sorprendente luce dei suoi occhi… ma quell’immobile immensità che si afferrava, così compatta, così densa, come se si penetrasse in un infinito tangibile» (Satprem)
Sri Aurobindo nacque a Calcutta il 15 Agosto del 1872. Poiché la madre si ammalò, a soli 5 anni entrò in un collegio inglese insieme ai suoi tre fratelli per volontà del padre, medico affermato che, dopo aver conseguito gli studi Inghilterra, ne tornò fortemente anglicizzato e con l’idea che i suoi figli non avrebbero mai dovuto essere “contaminati dal misticismo fumoso e retrogrado” che aveva, secondo lui, portato l’India alla rovina.
Abhinavagupta
“Nella casa divina del corpo, v’adoro, mio Dio e mia Dea, giorno e notte! V’adoro lavando di continuo il fondamento terrestre con gli spruzzi dell’essenza del mio stupirsi! V’adoro con gli spontanei fiori spirituali che esalano innato profumo! V’adoro con la preziosa urna del cuore, colma d’ambrosia, beatifica, giorno e notte”! (Abhinavagupta)
Abhinavagupta, eminente filosofo, esteta e santo fu uno dei più importantiAcharya (Maestri) del Monismo Shivaita. Della sua vita, dedita allo studio e all’insegnamento, poco sappiamo se non quanto egli stesso dice in alcune sue opere come il Tantraloka e il Paratrimshika Vivarana. Visse in Kashmir nell’XI sec., un suo avo era un famoso Bramino, grande maestro Shivaita e discepolo di Kanauj, invitato in Kashmir da re Lalitaditya.
Shiva e Shakti – Il principio maschile e femminile
Secondo la visione Tantrica la Creazione non è un processo che ha avuto inizio in un momento definito o definibile nel tempo, lo stesso vale per la Dissoluzione/morte, infatti entrambi i processi hanno luogo e si succedono in ogni momento da sempre: quello che esiste ed accade ora, al di fuori e dentro noi stessi, è perfettamente analogo a quello che è accaduto alle “origini”. Questo processo continuo può essere definito in una parola: EVOLUZIONE che è lo scopo e l’identità del processo Creazione/Dissoluzione. Tutto ciò che esiste si manifesta per effetto dell’interazione continua fra due poli opposti: uno essenzialmente STATICO – SHIVA (che presenta comunque anche aspetti dinamici), e l’altro essenzialmente DINAMICO – SHAKTI (che presenta comunque anche aspetti statici). La parte esterna di ogni forma e di ogni fenomeno rappresenta il frutto dell’aspetto creatore della FORZA DINAMICA, nella parte interna esiste una FORZA STATICA che costituisce il nucleo della creazione, il Cuore dell’esistenza fenomenica.