Lo sforzo spirituale (V)

Prima di addentrarmi nell’ambito cristiano voglia fare due premesse. La prima premessa è che parlerò sempre di Cristianesimo e non di Cattolicesimo, in quanto ritengo che il Cattolicesimo sia un’interpretazione “parziale” degli originari insegnamenti di Gesù il Cristo. Non approfondisco qui questo aspetto, che da solo porterebbe via molto tempo e che è già stato ispirazione di alcune mie precedenti conferenze.

SATYASVARA – Storia di un cammino (III)

La scuola, oltre a tenere corsi di yoga e programmare ritiri intensivi di meditazione, organizza delle escursioni in montagna. Così venne il giorno in cui il maestro invitò anche me e Paolo ad andare; si trattava di partire la mattina molto presto da Roma per arrivare nelle Marche verso le 8,00 nei pressi del luogo dell’escursione, dove ci saremmo incontrati con il resto del gruppo. Il tutto si sarebbe poi concluso con il nostro ritorno a casa, la sera. Decidemmo di avventurarci in questa nuova esperienza e in quell’occasione invitai anche una mia amica, Gloria. Alle 5 del mattino, partimmo in auto sulla via Salaria, per raggiunge il luogo dell’appuntamento. Con noi c’era anche Pinta, la dolcissima cagnolina nera di Gloria.

LA VIA DI MEZZO (I)

“Vincenza, fa un piccolo sforzo, resta centrata e trova l’equilibrio”, è la frase che ogni giorno mi ripeto a cuore aperto affidandomi con amore e umiltà al meraviglioso disegno di Dio. E quando penso a quella parte fragile e piccola di me che prova in tutti modi a restare centrata di fronte alle difficoltà della vita e ai propri demoni, ho una compassione così commovente che vorrei abbracciarmi forte e dirmi allo stesso tempo: “ehi, andrà tutto bene, ci sono qui io, con pazienza troverai il tuo punto fisso, per ora ama e prega Dio. Ti amo”.

Testimonianze (I)

ALLA SCOPERTA DELLA VERA ADA
È passato esattamente un anno dal mio incontro col Maestro del Centro Yoga Satyasvara. Ero stata accettata al ritiro intensivo di meditazione e preghiera della durata di 5 giorni, grazie ad un’amica che frequentava il Centro da diversi anni e così mi ero iscritta, più che altro incuriosita dall’assoluto silenzio che si doveva osservare ininterrottamente 24 ore su 24, per tutti i cinque giorni, inoltre ero attirata dal Pellegrinaggio notturno Macerata-Loreto e invece.…

FRATELLANZA (III)

Durante i festeggiamenti per il terzo anniversario della fondazione della nuova associazione Alchimistica Satyasvara, il 7 gennaio 2019, il nostro maestro ha chiesto ai presenti di condividere il proprio vissuto all’interno della scuola. In questa occasione ho avuto la fortuna, o la Grazia, di partecipare ad una manifestazione di affetto e fratellanza reale, così grande e pura che è davvero raro potervi assistere nella vita e nelle relazioni ordinarie… qualcosa di bello e toccante, che mi ha riconfermato il senso di quest’avventura, personale e comune. In quell’occasione non sono riuscito ad esprimere in maniera appropriata quello che realmente sento; cercherò di farlo attraverso questo articolo.

Accettazione (I)

“Concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio per cambiare quelle che posso e la saggezza per riconoscerne la differenza”. (San Francesco)
L’accettazione, se guardata con superficialità, potrebbe essere confusa con una sorta di passività che lascia fare tutto e non si stupisce di niente. In questo senso potrebbe essere considerata una manifestazione dell’accidia, un vigliacco non voler fare mascherato da parole gentili e leggere. Cos’è in realtà l’accettazione che, nonostante tutti i malintesi, lascia intravedere la sua potenza? Cercando il verbo accettare nel dizionario etimologico si scopre che accettare deriva dal verbo latino “capere”: ricevere con gradimento e dimostrarlo.

SATYASVARA – Storia di un cammino (II)

CAPITOLO II° “l’incontro con il Maestro”
Per circa un mese, frequentai il corso tutti i martedì sera. Oltre al martedì c’era però un altro giorno della settimana in cui veniva fatta lezione di yoga, ma per gli allievi del decimo anno e con il Maestro della scuola; essa era comunque aperta anche a tutti gli allievi dei corsi degli anni inferiori e Paolo, già da un po’ di tempo, aveva iniziato a frequentarla. Quando decisi di provare anche io, ero talmente emozionata che il cuore mi batteva fortissimo e lo stomaco era completamente sottosopra.

Fratellanza (II)

Alla mia nascita i miei genitori mi avevano già fatto tre meravigliosi regali: le mie due sorelle e mio fratello. Nei miei primi ricordi l’amore viscerale per loro. Pur non conoscendoli, sebbene non li avessi scelti, sentivo un legame profondo per questi esseri così diversi, eppure così uguali a me. Il senso di appartenenza, che questo legame suscita, ha rivelato la mia storia personale, ha plasmato la mia affettività, ha radicato la mia sicurezza e ha definito il mio mondo.

Lo sforzo spirituale (IV)

Lo sforzo spirituale nel Buddismo
Siddhartha Gautama, nacque nell’India del Nord 2.500 anni fa, era un principe, ma lo stato mondano di cui godeva, non lo soddisfaceva. Nel vedere la sofferenza delle persone e come i piaceri fluttuanti della vita si dissolvevano rapidamente, si mise a cercare un felicità duratura. Intraprese quindi il suo cammino spirituale, prima nel percorso meditativo, in cui eccelse, raggiungendo in breve tempo lo stato di vacuità mentale costante, poi scelse la via dell’ascetismo estremo, che lo condusse alla fusione totale con tutti gli elementi della natura e con tutte le forme di vita. Dopo tutti questi sforzi spirituali scoprì una via di meditazione, che culminò nel compimento del profondo risveglio.

SATYASVARA – Storia di un cammino (I)

CAPITOLO I° “il primo passo”
Quasi tre anni sono passati, tre anni dalla prima volta che entrai in contatto con quella che oggi posso definire la mia casa e la mia famiglia. Di sottofondo la colonna sonora di Into The Wild mi accompagna con dolcezza e con commozione a quel periodo, febbraio-marzo 2015. Guardo le foto di quei giorni e vedo una piccola ragazza sorridente ma con gli occhi malinconici e inconsapevoli di tante cose. Una ragazza trasportata dalle proprie emozioni tanto da esserne succube, incapace da sola di uscirne fuori.