Vira… il guerriero spirituale (I)

Dal sanscrito Vira significa eroe, guerriero spirituale. Il Vira quindi è un guerriero che combatte per portare luce su tutte quelle manifestazioni egoiche di violenza, risentimento, gelosia ecc., tutte espressioni di quell’emozione primaria.. la paura. Ovviamente il guerriero spirituale non è immune a tale paura, ma con coraggio la accetta senza rifiutarla o indietreggiare davanti ad essa. Una volta il Maestro mi ha detto queste parole: “il coraggioso muore solo una volta, il codardo muore ogni giorno.”

Lo sforzo spirituale (VII)

Un altro esempio dello sforzo spirituale nel Cristianesimo sono i 24 consigli rivelati a S.Faustina Kowalska: “Figlia Mia, voglio ora istruirti sulla lotta spirituale”. Non confidare mai in te stessa, ma affidati completamente alla Mia volontà. Nell’abbandono, nelle tenebre e nei dubbi di ogni genere ricorri a Me ed al tuo referente spirituale, che ti risponderà sempre a Mio nome. Non metterti a discutere con nessuna tentazione, chiuditi subito nel Mio Cuore ed alla prima occasione rivelala al confessore. Metti l’amor proprio all’ultimo posto, in modo che non contamini le tue azioni.

Lo Spirito amorevole del Natale (VI)

Il Natale è certamente un periodo magico, in cui adulti e bambini diventano sognanti più del solito, e tutte le persone sopratutto gli adulti vengono come ad essere pervasi da una magica aura di gioia e gentilezza verso il prossimo. Sin da piccola l’ho sempre avvertito come se fosse un film, nel quale si vedevano tutte le persone gioiose ed indaffarate nella preparazione di questa magica festività, cosa che poi si ripete sempre in ogni film natalizio.

Paolo

La relazione con gli altri è sempre stata per me la fonte maggiore d’interesse e l’ambito che sento più importante migliorare. Anche se le persone si presentano in maniera a volte molto diversa tra loro, in realtà non sono separate realmente, poiché fanno tutte parte dell’armonia divina universale in quanto manifestazioni specifiche di Dio.

SATYASVARA – Storia di un cammino (VII)

Ho sempre amato e ammirato gli animali. Quegli esseri con i quali poter rapportarmi senza bisogno di parole o dimostrazioni. Da piccola quando mi veniva chiesto “che cosa vuoi fare da grande?” io rispondevo prontamente “la veterinaria!”. Essendo figlia unica, gli animali sono stati per me, sin dalla più tenera età, meravigliosi e insostituibili fratelli e sorelle, compagni di giochi e di coccole, simboli di amore incondizionato e purezza. Sono cresciuta con loro imparando ad amarli e rispettarli… senza rendermi conto che in realtà, in qualche modo, non li stavo né rispettando né amando davvero.

SATYASVARA – Storia di un cammino (VI)

I mesi successivi al ritiro iniziammo a partecipare ad ogni escursione… dai laghi di Pilato al Gran Sasso… da Assisi al monte dell’Ascensione, scorrono nella mia mente le immagini di tutte queste esperienze. Quegl’incontri hanno iniziato a purificarci fisicamente e interiormente, ci hanno sgrossato e ci hanno uniti l’uno all’altro. Passo dopo passo, uscita dopo uscita, si stava cominciando a dare una forma, seppur ancora molto primitiva, a ciò che potevamo essere insieme, al bel gruppo che potevamo diventare.

Stati di coscienza (I)

La coscienza è uno spazio, in cui realtà diverse, posso manifestarsi in maniera tangibile, a colui che ne diventa cosciente. In sintesi possiamo dire che la coscienza è ciò che permette ai nostri sensi (e non solo) di sperimentare la realtà. Perciò la realtà, come di solito la intendiamo attraverso la percezione dei nostri occhi, orecchie e di tutti gli altri organi dei sensi, è il frutto della nostra più o meno vasta coscienza, che è mutevole ed ha diversi gradi di sperimentazione. L’esperienza che viviamo attraverso le emozioni e i sentimenti dipendono essenzialmente dalla nostra capacità di coscientizzare il mondo esterno in un determinato modo piuttosto che in un altro. Per questo una determinata esperienza viene percepita in maniera diversa a seconda delle persone che la vivono.

Lo sforzo spirituale (VI)

Sant’Isacco di Ninive – La lotta spirituale: “Non c’è nulla che avvicini il cuore a Dio quanto la compassione. La lotta non termina in un attimo, né la grazia viene tutta intera in una volta e abita nell’anima. Ma un po’ e un po’, ci sarà l’una e l’altra: c’è un tempo per la tentazione e un tempo per la consolazione, e una parte della lotta perdura fino alla morte. Questo mondo è la palestra della lotta e lo stadio della corsa, e questo tempo è il tempo del combattimento. Il luogo del combattimento e il tempo della lotta non sono soggetti a una legge.

SATYASVARA – Storia di un cammino (V)

Il giorno del ritiro giunse. Non avevo mai fatto un’esperienza del genere: cinque giorni di completo silenzio, senza telefono, perdendo la cognizione del tempo, vissuto pregando e meditando, ascoltando il Maestro leggere libri, guardando film e facendo yoga. Contatto fisico e visivo il più possibile assente, per avere la possibilità di entrare con maggior profondità in se stessi. Per cibo solo riso in bianco bollito e mele; da bere, tisane. Questo per disintossicare da una parte il proprio corpo, renderlo pulito e leggero; dall’altra per creare a livello mentale un distacco dal cibo, il quale è da sempre una delle maggiori compensazioni che usiamo ogni qualvolta abbiamo uno stato interiore non sereno e vogliamo fuggire dalle nostre sofferenze.

Accettazione (II)

Dimmi Poeta… cosa non ti basta di questo momento irripetibile?
Cosa nel buio delle tue distrazioni ti fa stringere i denti?
Cosa nel silenzio delle tue certezze ti urla nello stomaco?
Per giustificare le lacrime della tua coscienza banalizzi tutto…